Le amministrazioni comunali del passato hanno prodotto danni incredibili
Caracciolo contro tutti ma non contro Stasi. A tu per tu con l'ex sindaco che guarda al futuro partendo dal passato: «Nessuno avrebbe fatto meglio di questa Amministrazione comunale in una città in conflitto da sempre»
CORIGLIANO-ROSSANO – Tracciare bilanci di carattere politico-amministrativo e fare previsioni sul futuro di una città a cinque anni dalla fusione è un’operazione difficile da compiere. E lo è ancor di più se non si tiene conto della complessità del territorio in cui sorge e della storia che l’ha preceduta, un’aggravante che rischia di offuscare quanto di buono è stato fatto.
Ne è convinto l’ex sindaco e geologo Tonino Caracciolo, che ci ha accompagnati attraverso quelli che definisce «i risultati importanti e degni di nota» ottenuti dall’uscente compagine amministrativa e che spesso l’opinione pubblica stenta a riconoscere.
«Questa amministrazione – afferma – si è trovata difronte ad una città nuova solo sulla carta, poiché non era stata preparata ad affrontare questo processo. È stato necessario creare tutto ex novo, nessuno aveva messo un mattoncino che tracciasse la strada. Il Commissario Prefettizio incaricato di preparare la fusione nulla fece se non l’ordinaria dis-amministrazione, pertanto siamo partiti da zero e con due comuni che, per molti aspetti, risultavano diversi».
Una situazione difficile, dunque, che ha visto le due città presentarsi con 20 milioni (a testa) di debiti fuori bilancio e con una Corigliano senza neanche un dirigente in organico.
«Fardelli enormi – ricorda Caracciolo – che non sono connessi alla circostanza di unificazione dei due comuni, ma al mal governo delle amministrazioni precedenti che, è un fatto conclamato, hanno prodotto danni incredibili. Mi riferisco alla giunta Antoniotti e alla giunta Mascaro per Rossano, e alla giunta Geraci per Corigliano. Detto questo, la scommessa si è giocata su diversi profili. Unificare i bilanci, unificare i patrimoni, unificare i sistemi di tassazione (tutti difformi, tra l’altro), modificare la gestione di servizi fondamentali come l’acqua, le fogne, la pulizia delle spiagge e la gestione del decoro urbano, che erano diversi tra le due città. Questa fase improba si è conclusa positivamente. Oggi abbiamo unificato tutti i servizi, da ultimo l’unificazione dei servizi di nettezza urbana che a breve partiranno con un capitolato differente rispetto ai precedenti».
Una fase di riorganizzazione fondamentale dalla quale era necessario partire per procedere anche in altre direzioni. «Operazioni - prosegue - che non hanno grande riscontro e visibilità ma che vanno anche a sostegno di tutta quella sterile discussione sui servizi nei due centri storici che avrebbero dovuto essere accorpati, secondo alcuni, in un’unica struttura baricentrica. A quanti promuovono la costruzione di nuovi uffici amministrativi per creare luoghi simbolici unificanti dico che il mondo sta compiendo una transizione verso la digitalizzazione e spendere milioni in strutture inutili è da sciocchi. In più, promuovere e tutelare i due centri rappresenta un’importante operazione di valorizzazione e difesa delle identità delle due città. Abbiamo già luoghi iconici in cui riconoscerci e ritrovarci (il Patire ad esempio); ciò che bisognerà fare sarà condividere valori e storie».
Secondo Caracciolo, infatti, la fusione tra le due città, soprattutto dal punto di vista economico, è attiva da secoli. «Queste due comunità per tanti aspetti hanno operato in totale sinergia. Gli imprenditori olivicoli e agrumicoli lavorano senza porsi limiti o confini geografici»
Diversa, però, è la questione amministrativa: «Storicamente le due amministrazioni non hanno mai collaborato, anzi, spesso sono state in conflitto. Ho vissuto una vicenda da sindaco, quella in cui mi facevo promotore della costituzione dell’area urbana di Corigliano e Rossano nel lontano ’92 celebrando il primo consiglio comunale congiunto in un luogo iconico: Insiti. A sottoscriverla erano due sindaci, uno democristiano e uno comunista. Dopo di noi guidarono le città due sindaci di destra (dello stesso partito) che non si parlarono per tutti gli anni di governo. Distrussero tutto quanto venne fatto. Sono quelli che adesso si ripropongono e che mi auguro non abbiano più accesso al Comune. Oggi hanno cambiato il “cappellino” ma sono sempre loro: quelli che hanno prodotto i danni peggiori».
Tanto lavoro, quindi, per rimediare ai danni fatti in precedenza ma anche tanta superficialità da parte dei più nel considerare l’ordinaria amministrazione come un fatto trascurabile e marginale rispetto ai bisogni della popolazione: «I predecessori - afferma Caracciolo - stavano privatizzando le fognature e ci stavano consegnando ad un privato che avrebbe gestito i servizi e le tariffe, questa roba oggi non c’è più. Parliamo di servizi fondamentali. Corigliano era piena di contrade in cui mancavano i servizi essenziali: luci, strade, fognature. Scherziamo? Queste sono polemiche strumentali, oggi si lavora sulle sue cose essenziali che i cittadini hanno ottenuto solo dopo anni di richieste! In più si sta lavorando sull’intero patrimonio di edilizia scolastica con un monte di investimenti enorme. Grandi risultati sono stati raggiunti anche sulla difesa del suolo. E poi un uno su tutti: finalmente abbiamo un sindaco che fa la lotta alla mafia. Non ci può essere sviluppo economico se non si combatte il giogo delle estorsioni e il ricorso a capitali mafiosi».
Un ultimo passaggio, poi, su come si presenterà Stasi alle elezioni e se si renderà necessario avere un partito alle spalle per la vittoria alle prossime amministrative: «Non credo che a Stasi serva un partito, ha bisogno solo di liste forti che rientrino nel perimetro di centro-sinistra in cui si colloca. Ci possono stare, sì, i partiti, compreso il Pd se avesse avuto le idee chiare. Sicuramente quest’ultimo non ha una bussola. Chiama al confronto ma poi esclude i componenti dal dibattito, è una contraddizione in termini. Troppe anime interne che non riescono a fare sintesi. La mia ipotesi è che alcuni vogliano fare una terza lista per vendersi al miglior offerente alle prossime elezioni, è una cosa scellerata: chi lo fa è nemico della città, giocano a distruggere».