La Sibaritide vuole “scarpe” nuove per muoversi e in mezzo ci sono tanti soldini
Quasi 4 miliardi e mezzo di euro, in totale, per risolvere la grande questione mobilità lungo la dorsale orientale. Basteranno? Rapani è fiducioso, Bevacqua incalza: «Tempi lunghi e soldi fittizi»
CORIGLIANO-ROSSANO – Gli impedimenti burocratici fanno arenare le pratiche dell’elettrificazione della dorsale ferroviaria ionica, già programmata dal precedente governo regionale. La pratica giaceva infatti dormiente sulle scrivanie amministrative, finché il senatore Rapani ha preso a cuore la cosa: «Sono stato io ad interessarmi in prima persona per smuovere il progetto per l’elettrificazione della Dorsale ionica Sibari-Catanzaro Lido-Lamezia e per farlo approvare». La colpa per il senatore è da imputare alle sovrintendenze di Cosenza, Catanzaro e Crotone che hanno fatto passare dei mesi affinché i documenti passassero da un ufficio all’altro. Come se non bastasse, «i comuni interessati dal progetto ancora oggi non hanno dato risposta».
Questo è quello che il parlamentare ha confermato nel corso dell’ultima puntata dell’Eco in Diretta andata in onda questa sera, dove – moderati dal direttore dell'Eco dello Jonio Marco Lefosse – è intervenuto anche il Capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, Domenico Bevacqua.
E proprio Bevacqua, presidente della Commissione regionale Trasporti nel precedente governo Oliverio, ha rivendicato lo stanziamento di 500 milioni di euro per l’ammodernamento della ferrovia jonica: «La dorsale orientale ha visto investimenti seri già nel governo regionale presieduto da Oliverio, ed è una cosa che non è mai accaduta». Non è dunque un problema di fondi per il capogruppo, ma di Rfi e Anas che sono il vero «cancro» per il progetto. L’esponente del PD continua: «le due società tengono fermi 3 miliardi di euro che ancora non sono stati spesi».
In realtà i 500 milioni stanziati con il precedente governo non bastano, se non per la tratta Sibari-Crotone. «Complessivamente, da Sibari a Lamezia, l’opera costerà un miliardo e mezzo di euro. L’elettrificazione di tutta la linea era presente già nel progetto iniziale, ma con i fondi stanziati non si sarebbe potuta realizzare per tutto il tragitto» ci conferma Rapani.
Il suggerimento di Bevacqua, al contrario, è quello di provare a far funzionare la linea ferroviaria elettrificata a lotti, visto che non ci sono impedimenti tecnici. Non solo. Rapani è favorevole ma evidenzia come questo sia stato già programmato aggiungendo che «il primo tratto Sibari-Crotone si può rendere subito funzionante».
E intanto la nuova manovra dovrebbe portare «più soldi per la Statale 106»
Novità anche per quanto riguarda la nuova SS 106: «3 miliardi di euro sono stati previsti già nella precedente legge di bilancio per la nuova 106 tra Sibari e Reggio Calabria, a fronte dei precedenti 500 milioni stanziati» informa il senatore. Che poi svela: «Possiamo aspettarci che nella prossima manovra finanziaria ci siano più soldi rispetto ai 3 miliardi dello scorso anno». Del resto, anche il presidente Occhiuto ha insistito molto sulla viabilità facendosi promotore del nuovo tracciato, nella speranza che tutto questo bailamme non resti solo propaganda. Bevacqua critica però i tempi di programmazione: «se in 15 anni dovessimo realizzare solo il tratto iniziale come è stato programmato dalla vostra amministrazione, significherebbe realizzare solo un terzo del tracciato». Ma, purtroppo, i tempi per la realizzazione del progetto «sono vincolati ai pareri che devono lasciare gli enti, in particolare le sovrintendenze» ha incalzato Rapani.
Ci sono poi i problemi con i piani urbanistici, e non fa eccezione Corigliano-Rossano. Una volta approvato un tracciato da parte del Consiglio del Lavori Pubblici, i comuni avrebbero dovuto adeguare i rispettivi piani urbanistici perché non a norma. Tuttavia «la conferenza dei servizi per risolvere il problema non è stata ancora richiesta dal comune di Corigliano-Rossano e, se si contano tutte le pastoie burocratiche, c’è il rischio – ha ricordato Rapani - che passerà un altro anno senza aver risolto nulla».
di Barbara Paura - tirocinante Unical