Depurazione, i numeri ci dicono che «la Calabria è all'anno zero»
È quanto afferma l'eurodeputata Ferrara (M5s): «I risultati, purtroppo, sono sotto gli occhi di tutti. La stagione estiva in Calabria si traduce in un susseguirsi di segnalazioni di lunghi tratti di mare sporco»
CATANZARO - «I Comuni chiedono alla Regione Calabria di assumere il timone della depurazione. Richiesta formulata attraverso l'Anci Calabria e la sua nuova presidente Rosaria Succurro. La manifesta incapacità da parte dei Comuni di addivenire a una soluzione delle numerose criticità legate alla depurazione si evince anche dall'ultima risposta della Commissione europea ad una mia interrogazione».
Così l'eurodeputata Laura Ferrara che dà conto, in una nota, dell'ultima risposta della Commissione europea, circa la depurazione in Calabria.
«Lo stato di attuazione degli interventi previsti e finanziati con ingenti risorse europee e nazionali è pressoché fermo. I numeri ci dicono che la Calabria è all'anno zero e la Regione, che attraverso Sorical per come auspica Succurro, dovrebbe gestire tutto, non mi pare abbia dato, ad oggi, grandi impulsi affinché le amministrazioni comunali si mettessero in linea con il cronoprogramma della Regione stessa e con lo scadere, a fine di questo anno, della rendicontazione a valere sul Por 14-20. Proprio sul Programma operativo in scadenza ad oggi le spese certificate messe a disposizione dal Fondo europeo di sviluppo nell'ambito del programma Calabria 2014-2020 ammontano a 17 109 338,55 euro, sono stati completati e ispezionati 16 dei 160 interventi sugli impianti depurativi, finanziati con fondi Fsc 2021/2027. Un decimo, dunque, di quello che andava fatto».
«I risultati, purtroppo, sono sotto gli occhi di tutti. La Calabria contribuisce con un altissimo numero di agglomerati alle tre procedure d'infrazione che interessano l'Italia per il sistema depurativo fognario non in linea con le direttive europee e, per una di queste, noi cittadini stiamo pagando già una salatissima multa. A ciò si aggiunga che la stagione estiva in Calabria si traduce in un susseguirsi di segnalazioni di lunghi tratti di mare sporco, condizione che mette alla berlina il nostro territorio dal punto di vista turistico e quindi economico ma soprattutto è preoccupante per la salute dell'ecosistema marino e delle persone stesse» conclude.