«I detenuti violenti vanno necessariamente trasferiti in altre carceri»
Baldino e Tavernise (M5s) in seguito all’aggressione nel carcere di Co-Ro: «Grave che ai ripetuti atti di violenza non seguano i necessari provvedimenti di trasferimento. Tutto questo denota un lassismo istituzionale pericoloso»
ROMA – Il 14 aprile scorso durante una visita ispettiva presso il carcere di Rossano la deputata Baldino e il consigliere regionale Tavernise, entrambi del M5s, hanno raccolto i primi campanelli d'allarme: le forze in dotazione alla polizia penitenziaria sono sotto organico mentre il numero dei detenuti supera la capienza possibile. Non di rado poi episodi di violenza mettono a rischio l'incolumità degli agenti e la sicurezza. Poi la situazione precipita. Pochi giorni fa il tentativo di aggressione di un detenuto verso un agente per occupare la sezione di detenzione. Da qui le mosse per un'interpellanza al ministro della giustizia.
«Il ministro è a conoscenza di quanto accade nel carcere di Rossano e quali iniziative intende intraprendere per garantire il trasferimento dei detenuti violenti o che già in altri istituti penitenziari si sono resi protagonisti di episodi di violenza e per il rimpinguamento dell'esiguo personale penitenziario in forza al carcere di Rossano?».
È quanto chiedono infatti in un'interpellanza i due rappresentanti pentastellati che poi rimarcano «da mesi nel carcere di Rossano sono condotti detenuti che in altre carceri hanno compiuto atti di violenza o rivolte. Tutto questo accade in un carcere che ospita secondo i dati disponibili 10 terroristi e 219 detenuti in alta sicurezza A.S.3 in una situazione poi di grave sottorganico. Se in ragione del decreto ministeriale 2 ottobre 2017, 153 sarebbero le unità in dotazione, tra cui 3 funzionari, 16 ispettori, 26 sovrintendenti, 108 agenti/assistenti, il personale effettivamente impiegabile quotidianamente si ferma solo a 57 unità. Una carenza grave che mina quotidianamente i livelli di sicurezza, in particolare nel turno notturno ove spesso vengono impiegati 6 agenti a fronte degli 11 previsti, ricorrendo all'accorpamento di più posti di servizio».
«Ancora più grave rispetto al mancato rimpinguamento del personale penitenziario è che ai ripetuti atti di violenza non seguano i necessari provvedimenti di trasferimento del detenuto violento. Tutto questo denota un lassismo istituzionale pericoloso e preoccupante. Frequenti per non farsi mancare nulla inoltre sono i casi segnalatici di cellulari ritrovati dentro le celle. Serve un intervento deciso del ministero della giustizia perché si garantisca l'incolumità degli agenti e la sicurezza in un carcere che è a tutti gli effetti una polveriera pronta a scoppiare», concludono.