Fratelli d’Italia: «Il vero nemico di Stasi è la trasparenza»
Secondo i meloniani di Corigliano-Rossano la questione morale offende l’intera cittadinanza
CORIGLIANO-ROSSANO – «È ormai evidente a tutti come la trasparenza rappresenti un disvalore ed un nemico dichiarato per il Sindaco, per la sua Giunta e per la sua maggioranza. Non porre domande tanto meno pubblicamente al grande manovratore, non esigere chiarimenti sull'attività amministrativa, non pretendere risposte sulle eventuali strategie di sviluppo o sull'ancor più eventuale visione della Città, non condividere con la cittadinanza come e perché vengono spese le risorse economiche di tutti, sono tutte caratteristiche distintive della cosiddetta Dottrina Stasi».
Il Coordinamento cittadino di Fratelli d'Italia ritorna sulla gravissima vicenda delle 600 mila euro pagate dall'Amministrazione Comunale agli avvocati De Seta e Fiorellino, già legali personali negli anni scorsi di Flavio Stasi e di Mauro Mitidieri, senza un preventivo parere dell'ufficio legale del comune, senza alcuna verifica o opposizione, senza alcun tentativo di transazione e senza neppure astenersi nel corso della votazione consiliare (dimostratasi per altro determinante) su quel debito fuori bilancio.
«Stasi ritiene evidentemente di poter gestire le casse comunali come se fossero risorse proprie o di famiglia. Ma non è così. Non è democraticamente tollerabile che a distanza di una settimana dalla nostra richiesta ufficiale di chiarimento all'opinione pubblica su tutte le documentate circostanze di questa pessima ed oscura pagina amministrativa, l'istituzione pubblica di questa Città di cui Stasi è soltanto un rappresentante provvisorio, non abbia ritenuto doveroso e normale rendere conto di atti e comportamenti assunti non a titolo privato ma nell'ambito di quella che resta una funzione di rappresentanza di interessi generali».
«Continuare a non rispondere ed a non aggiungere nulla sul gravissimo e dimostrato conflitto di interessi e sui tanti, troppi e sospetti vuoti amministrativi, inaccettabili da un punto di vista dell'etica politica e pubblica, rappresenta – aggiungono – non soltanto un'ammissione plateale di tutto quanto denunciato ma diventa un ulteriore gesto di arroganza da parte di un'intera classe dirigente improvvisata che, allineata all'autoreferenzialità del suo demagogo, ritiene di non dovere dare conto ai cittadini di come svolge la propria funzione elettiva e soprattutto di come spende i soldi della comunità».
«Ciò che ci sembra ancora più grave e squalificante – prosegue il Coordinamento FDI sottolineando comunque di confidare nell'attività della Procura presso la Corte dei Conti – è la prevedibile latitanza sia della Giunta Municipale sia, soprattutto, dei gruppi consiliari di maggioranza che in ossequio alla Dottrina Stasi ed al dogma della infallibilità della rivoluzione della vernice si confermano sistematicamente incapaci di entrare nel merito di qualsiasi questione posta, da cui sono forse tenuti all'oscuro, non rispondendo mai a nulla e continuando ad offendere l'intelligenza dell'intera cittadinanza, in primis dei loro stessi elettori».