Medici cubani, annunciati 497 ne sono arrivati solo 51. «Che fine hanno fatto gli altri?»
Il monito di Tavernise (M5s): «La maggioranza smetta di fare chiacchere sulla sanità calabrese. Occhiuto ha quanto serve per mantenere le promesse, ma ad oggi ancora assistiamo solo ad annunci»
CORIGLIANO-ROSSANO – «La maggioranza targata centrodestra la smetta di fare chiacchere sulla sanità calabrese. Perché da un anno a questa a parte sul tema sanità questo è: ci si perde in chiacchere. Mentre sulla stampa si apre ai medici albanesi, ancora non si capisce che fine abbiano fatto i 446 medici cubani che dovrebbero supportare i numerosi ospedali calabresi in difficoltà. Annunciati per un numero pari a 497 ad agosto, attesi per settembre, ne sono arrivati solo 51 a dicembre e per di più in una sola provincia, come se il resto della Calabria non fosse gravata dai medesimi problemi. Come ama ripetere il presidente Occhiuto, in Calabria la sanità è in macerie ed è per questo che alle promesse devono corrispondere i fatti. Oggi riveste il ruolo di presidente di giunta e commissario ad acta per la sanità in un contesto nazionale che vede il governo dello stesso schieramento politico. Ha quanto serve per mantenere le promesse ma ad oggi ancora assistiamo ad annunci», è durissimo il monito del capogruppo M5S in consiglio regionale, Davide Tavernise nelle ore che precedono la prossima assemblea regionale, che vede tra i punti proprio la sanità.
«Alla Calabria mancano i 446 medici cubani annunciati come manca la rivoluzione sanitaria tanto decantata a inizio legislatura. Per l'ennesima volta – rimarca duramente Tavernise – arriviamo in aula per parlare di Azienda Zero, che blocca in modo persistente il piano operativo regionale. Tra gli obiettivi previsti dallo stesso piano ci sarebbero il recupero del 25% della mobilità evitabile (pari a circa 25 milioni) nell'anno 2023 e del 40% (pari a circa 40 milioni) nell'anno 2024 e nuove assunzioni nel triennio per complessive 1.860 unità. Ancora nulla sulla rete ospedaliera. Eppure oggi siamo fermi ad Azienda Zero».
«Bene avevamo fatto, dunque, a denunciare dall'inizio che non può esistere alcuna sovrapposizione di ruoli e funzioni tra il commissario alla Sanità calabrese e il presidente della giunta regionale, ora rappresentati dalla stessa persona, a lamentare la possibile violazione del dettato costituzionale sull'esercizio dei poteri commissariali, di norme di legge sul Piano di rientro. Ma avere ragione serve a poco, alla sanità calabrese servono azioni certe e dirimenti piuttosto che un annuncio al giorno. Basta chiacchiere sulla pelle dei cittadini», conclude Tavernise.