«Lo Statuto comunale di Corigliano-Rossano è l’emblema del fallimento politico di Flavio Stasi»
Da Fratelli d’Italia un attacco alla maggioranza «che, col silenzio, finisce per sostenere le logiche di carrierismo politico del Sindaco, abbandona la vera missione costituente della prima consiliatura: quella di unire due comunità»
CORIGLIANO-ROSSANO - «L'approvazione dello statuto comunale della nuova Città avrebbe dovuto rappresentare, per la contingenza storica che viviamo, un momento costituente, non solo per la politica cittadina, ma in particolar modo per la coesione delle due comunità. Sulla "magna carta" si sarebbe dovuto fare un lavoro allargato di partecipazione e cooperazione con la città, coinvolgendo, per davvero, le parti sociali, i partiti politici, gli ordini professionali, le associazioni datoriali e culturali. Questo avrebbe dovuto essere, il momento fondante delle due comunità, l'atto con il quale, le due aree urbane avrebbero finalmente intrapreso il cammino insieme, abbandonando quegli steccati stereotipati che limitano lo sviluppo della nostra Città».
Inizia così la nota stampa del partito Fratelli d’Italia di Corigliano-Rossano.
«La maggioranza di governo avrebbe dovuto coinvolgere il Consiglio Comunale, nella sua interezza, nella stesura dello Statuto, e non usare invece la massima assise civica come capro espiatorio per i suoi fallimenti, per un ritardo non giustificabile neanche dal più sfegatato sostenitore di questa maggioranza. Le motivazioni della mancata approvazione dello Statuto, che doveva avvenire entro sei mesi previsti dalla legge regionale istitutiva del Comune di Corigliano-Rossano, sono secondo il Primo Cittadino, da imputare interamente all'opposizione. Nel suo intervento, nell'ultimo consiglio comunale, il Sindaco rievoca, a gran voce e con arroganza, la solita caccia alle streghe e ritiene si debba andare avanti nell'approvazione a colpi di maggioranza».
«Nello specifico riteniamo come Fratelli d'Italia, che il testo dello Statuto proposto sia decisamente pessimo, con un continuo rimando alla cosiddetta giurisprudenza superiore e a decine di regolamenti, che dovranno essere licenziati, da quello stesso Consiglio Comunale, che il Sindaco con il suo comportamento mortifica in ogni occasione. Chiediamo a consiglieri comunali di maggioranza, di non rendersi complici del modus operandi di Stasi. Quella stessa maggioranza, a cui sempre più spesso, corre in suo aiuto il consigliere eletto nella fila della Lega, con buona pace del mondo di centrosinistra a sostegno dell'Amministrazione Stasi. La maggioranza consiliare a cui è stato impedito, di spendersi in prima persona, nelle competizioni elettorali trascorse, per non intralciare gli egoismi politici di Stasi».
«Ciò che rileviamo con grande rammarico, e che portiamo all'attenzione del Consiglio Comunale, è che la linea adottata sulla fusione va completamente contro lo stesso processo di fusione. Un'occasione persa, dunque, che si somma alle tante altre che alimentano disagi e venti scissionisti, forse creati ad arte. Non possiamo tacere, ad esempio, che le maggiori risorse finanziarie a disposizione dell'ente, in dotazione aggiuntiva dovuta alla fusione, che di norma dovrebbero essere dedicate, in via esclusiva, all'armonizzazione strutturale e logistica dei due ex Comuni, oggi vengano utilizzate nel modo che meglio rispondano alle esigenze elettorali del Sindaco. Una maggioranza che, col silenzio, finisce per sostenere le logiche di carrierismo politico del Sindaco, abbandona la vera missione costituente della prima consiliatura della nuova e grande Città, ovvero quella di unire anzi riunire due comunità, le quali, grazie a tutti questi silenzi sembrano ancora più lontane» concludono.