La vice segretaria De Lorenzo (IdM) sui vecchi partiti: «L’obiettivo è offrire un’alternativa seria e credibile»
La liquidità dei partiti e la credibilità delle istituzioni liberali. L’impegno di Italia del Meridione, contro la vecchia dicotomia destra-sinistra
CALABRIA – La vice segretaria regionale di Italia del Meridione, Rita De Lorenzo, sulla dicotomia ideologica destra-sinistra si batte per una politica di superamento:
«I partiti in Italia non sono più fucina di elaborazione del pensiero e luoghi della militanza vera ma vivono, per la maggiore, una progressiva agonia dal post “Tangentopoli”. Un’involuzione che ha determinato degli aggregati liquidi, privi di radicamento ideale e affetti dallo sfrenato leaderismo, l’unico elemento intorno al quale costruire il consenso e determinare gli esiti elettorali, attraverso profili che possano “bucare lo schermo”, per usare un’espressione televisiva, e lanciare improbabili proposte che, di fatto, non riformano il Paese ma tendono a mettere pezze e a creare nemici da combattere nell’immaginario collettivo».
«È stata questa – prosegue la vice segretaria - la genesi del problema che ha deteriorato la credibilità delle nostre istituzioni liberali. Ne costituiscono prova le leggi elettorali partorite dal Parlamento, a prescindere dai colori del governo di turno, dal 1994 ad oggi: la nascita delle cosiddette liste bloccate, attraverso le quali i singoli parlamentari vengono selezionati e cooptati in base alla fedeltà al presunto leader di partito, svilendone la funzione e deresponsabilizzando il mandato elettorale. Una selezione della classe politica dall’alto e spesso non corrispondente ai desiderata dei territori, sempre più astenuti dal recarsi alle urne».
«E proprio perché tutt’oggi vi è chi continua a teorizzare cinicamente la liquidità dei partiti e del Parlamento, quasi come se parlassimo di zavorre, è importante che le forze politiche che non si rispecchiano in questo pantano abbiano l’obiettivo di offrire un’alternativa seria, credibile e ragionata perché in ballo vi è la vita democratica del Paese e dello Stato. Le regole democratiche, i processi decisionali o di formazione e selezione della classe dirigente non sono delle perdite di tempo ma rappresentano dei baluardi ai quali non possiamo rinunciare».
«La recente storia del Paese insegna come lo scenario è tendente alla becera produzione di contenuti falsati o basati su antichi stereotipi, spesso non adattabili al contesto in cui viviamo: ciò che conta è l’intercettazione del consenso, giocando sulla pelle della povera gente, al solo fine di occupare il potere e tralasciando l’importanza della Stato di Diritto nel quale, teoricamente, vivremmo. Nasce da qui il nostro impegno, quello dell’Italia del Meridione, perché consapevoli che, tra i tanti nodi che attanagliano il Paese, vi è quello della mancata riduzione dei divari territoriali tra Nord e Sud che non solo vanifica i tentativi di crescita del sistema Italia, ma calpesta i diritti di uguaglianza sanciti dalla Costituzione».
«È su questi temi che – conclude -, visto il contesto storico, occorre superare la vecchia dicotomia destra/sinistra, riunendo le migliori energie e ponendo il focus sui divari territoriali per concepire nuove coordinate di sviluppo di un’Italia davvero unita. Bisogna contrastare e superare la continua iniqua distribuzione di risorse da parte dello Stato, bisogna prendere consapevolezza delle diverse potenzialità territoriali e renderle finalmente volano di sviluppo del tessuto economico e sociale, bisogna rifiutare i meccanismi di cooptazione dei partiti centralisti e dialogare con gli stessi per apportare contributi tecnici e di merito. Bisogna, insomma, fare rete per il bene comune».