Fibrillazioni in Consiglio comunale anche a Longobucco: l'opposizione invoca l'intervento del Prefetto
Il gruppo di minoranza "Per la rinascita di Longobucco" accusa il sindaco Pirillo per «aver svilito» il ruolo dell'Assise civica: «Ha sautorato l'assemblea dalle sue funzioni»
LONGOBUCCO - É sicuramente una domenica turbolenta sul piano politico nel territorio della Calabria del nord est. Non sono bastate le schermaglie polemiche tra maggioranza e opposizione consiliarea Corigliano-Rossano, per una diatriba che si annuncia carica di colpi di scena, già nelle possime ore. Anche a Lognobucco i toni del confronto in Consiglio comunale sono altissimi, con i rappresentanti della minoranza che invocano, addirittura, l'intervento del Prefetto di Cosenza, Vittoria Ciaramella.
Questo almeno, stando alle rivendicazioni degli stessi consiglieri di opposizione del gruppo "per la Rinascita di Longobucco" Eugenio Celestino, Lara Grillo, Giuseppe Forciniti e Antonio Pirri. Che accusano il sindaco Giovanni Pirillo di aver «ripetutamente svilito ed esautorato nelle sue funzioni politiche ed amministrative il Consiglio comunale»
Svilito nelle sue funzioni più puramente politiche, quando ad esempio «il Sindaco-Presidente del Consiglio ha negato la convocazione del Consiglio Comunale ex art. 39 Dlgs 267/2000 su tematiche inerenti alla Scuola, una grave mancanza di rispetto prima di tutto verso le Istituzioni scolastiche, nonché verso i bambini e le bambine che, insieme alle loro famiglie, subiscono quotidianamente le inefficienze causate da un’amministrazione assente; ma anche una grave mancanza di rispetto politico ed istituzionale verso i Consiglieri Comunali eletti e quindi verso i partiti e gli elettori che costoro rappresentano».
Mancanze che si sarebbero aggravate ancora di più con la violazione dello Statuto Comunale (art.7 c. 2, art. 10 u. c., art. 11 c.4) e del Testo Unico sugli Enti Locali (art. 39 c.2 D.Lgs. 267/200): «Il Presidente del Consiglio Comunale - incalzano - è tenuto solo a fare la verifica formale del numero dei Consiglieri che fanno la richiesta di convocazione e non a sindacarne l’oggetto».
Il Consiglio Comunale di Longobucco, poi, sarebbe stato esautorato delle funzioni politiche ed amministrative anche su questioni di grande importanza come il riconoscimento dei debiti fuori bilancio.
«Fino ad oggi - dicono i 4 congilieri comunali di minoranza - non sono stati portati debiti fuori bilancio nel Consiglio Comunale di Longobucco. A tale riguardo anche l’Assessore al bilancio, nella seduta dello scorso Consiglio Comunale del 6 settembre 2022 affermava di essere a conoscenza di debiti fuori bilancio, salvo poi ritrattare in seguito ad un energico intervento del Sindaco. Nonostante ripetute sollecitazioni, alcuni debiti dell’Ente sono stati trattati come semplici transazioni, mentre in realtà rappresentano dei veri e propri debiti fuori bilancio, rispetto ai quali solo il Consiglio Comunale può riconoscerne la legittimità».
Anche in questo caso vasta è la giurisprudenza che si è espressa e che ci conferma quanto appena affermato.
Tuel e Statuto sono molto chiari: «Il Consiglio Comunale - concludono Celestino, Grillo, Forciniti e Pirri - è l’organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo”, ma evidentemente Sindaco e Assessori del Comune di Longobucco non sanno quello che dicono o non capiscono quello che leggono!»