A Trebisacce fioccano le critiche sulla partecipazione del Sindaco agli eventi politici
Sul web sono numerose le polemiche per la presenza in veste istituzionale del sindaco di Trebisacce, Alex Aurelio, ad eventi politici legati alle prossime elezioni politiche
TREBISACCE - I social, nuova agorà cittadina, in queste ore stanno registrando proteste, dubbi e perplessità in merito alle partecipazioni del sindaco di Trebisacce, Alex "Sandro" Aurelio, ad alcuni eventi legati alle prossime elezioni politiche, nell'ambito del proprio ruolo istituzionale.
Dal manifesto promozionale di un prossimo evento si evince infatti in scaletta un momento dedicato ai saluti istituzionali del sindaco. Non sarebbe il primo a cui partecipa il numero uno del palazzo di città.
Nodo cruciale delle polemiche sollevate da alcuni cittadini, e poi riprese da parte delle opposizioni che siedono in consiglio comunale è: che valore hanno i saluti istituzionali?
È giusto che un sindaco, eletto in una lista civica, partecipi, in veste istituzionale, ad evento di carattere politico?
La risposta sta nella valenza che viene data a questa partecipazione. La consuetudine, non locale, vuole che la partecipazione di un sindaco ad un evento politico, in fase di elezioni, indichi il sostegno del sindaco, e spesso dell'amministrazione che guida, allo schieramento che organizza tale evento.
Ma la partecipazione a più eventi - pubblica, come è avvenuto in questo caso - smentisce in parte questa visione, nata anche dalla comunanza politica, a destra, dei due schieramenti (Lega e Fdi) che hanno visto finora la partecipazione di Aurelio.
Nulla suggerisce che, a fronte di un evento di egual natura, organizzato da PD, Terzo Polo, o M5S, verrebbero a mancare i così detti "Saluti istituzionali", concepiti come una vera e propria forma di accoglienza che un padrone di casa esercita nei confronti dei propri ospiti.
In tal caso la valenza, quindi, non è quella della partecipazione come segno di "sostegno politico" ma come quello di "ospitalità istituzionale".
Una scelta legittima? Certo, anche perché, almeno a parole, i temi legati all'Alto Ionio, quelli strettamente legati alla territorialità, che vanno dal nuovo megalotto all'ospedale Chidichimo, paiono cari a tutti gli schieramenti. Non c'è molta frizione politica in merito, se non quella legata a chi dovrebbe avere il potere di fare ciò che va fatto. Può un sindaco non sposare le parole di chiunque dica che l'Ospedale di Trebisacce va riaperto?
Una scelta opportuna? Premesso che vale sempre il principio "Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei", che potrebbe essere declinato in parafrasi con "Dimmi a che tavolo ti siedi e ti dirò cosa pensi", c'è una sostanziale differenza tra un'elezione amministrativa e una politica. La presenza ad un tavolo dove siedono candidati che si propongono alla guida del Paese (Con la P maiuscola) e non del paese (Con la p minuscola), comporta, volenti o nolenti, il riconoscere e accettare come valida, o quanto meno condivisibile o accettabile, l'ideologia, la visione politica, programmatica, che il partito di quel candidato sponsorizza.
Ciò, ovviamente, è legittimo, come detto sopra, nel momento c'è un sentimento di assonanza ideologica, per un partito o per uno schieramento.
Ma nel momento in cui i saluti istituzionali vengono porti, potenzialmente, da tutti i tavoli, come è possibile riconoscere e accettare o anche condividere al tempo stesso posizioni in antitesi, come quelle che appaiono quelle attualmente in campo?
Queste domande, generatrici di perplessità, se le sono poste anche i cittadini di Trebisacce, evidenziando la natura civica della lista guidata da Aurelio, dove il civismo era rappresentato non tanto dal mancato schieramento politico di tutti i candidati in lista (Alcuni dei quali, tra l'altro, forti di una fiera appartenenza partitica) ma dall'essere "civico" e apartitico del candidato a sindaco.
La domanda nasce spontanea: essere apartitico significa non sedere a nessun tavolo o sedere a tutti i tavoli?
Domande capziose, e forse inutili, in un'epoca in cui la politica ha perso il proprio fascino militante. Certo, vallo a spiegare a chi in questo momento sta correndo per le prossime elezioni politiche.
A questo punto non resta che rifarsi agli antichi insegnamenti ricevuti da bambini: saluta sempre chi ti saluta. Ma, ancora più importante e coevo: Salutare, sempre!