In Calabria la spesa sociale è ai minimi termini. Baldino (M5s): «Fasce più deboli vanno protette»
«Appare assurdo, in una situazione simile, pensare che le forze politiche, con la sola eccezione del M5S, vogliano tagliare la spesa sociale per finanziare il riarmo»
CORIGLIANO-ROSSANO – «Sono allarmanti i dati relativi alla spesa per i servizi sociali nella nostra regione. Secondo quanto contenuto nel Rapporto 1.2022 dal titolo "I servizi sociali territoriali: una analisi per territorio provinciale", redatto dal CNEL in collaborazione con ISTAT, la Calabria segna il dato peggiore, tra tutte le regioni d'Italia, con tutte le province nelle ultime 5 posizioni e una spesa pro-capite che non supera i 25 euro. È un dato preoccupante che mostra la scarsa attenzione della nostra regione alle fasce più deboli che risultano quindi abbandonate. Un dato che si inserisce in un contesto sociale già preoccupante se si pensa al calo demografico della popolazione, passata dagli oltre 2 milioni del 2001, ai circa 1.860.000 del 2020. Se si pensa che nella nostra regione abbiamo più di 7.000 decessi rispetto alle nascite».
È quanto scrive Vittoria Baldino, capogruppo del Movimento 5 Stelle per la I Commissione Affari Costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni e candidata alla Camera in Calabria nel collegio uninominale 01 - Corigliano Rossano.
«Appare assurdo, - continua - in una situazione simile, pensare che le forze politiche, con la sola eccezione del M5S, vogliano tagliare la spesa sociale per finanziare il riarmo. Appare assurdo, in una situazione simile, pensare di abolire strumenti di sostegno per i cittadini in difficoltà come il reddito di cittadinanza, che va si modificato ma per migliorarlo e renderlo più efficiente nel sistema delle politiche attive e di monitoraggio delle misure antifrode».
«In un contesto sociale così debole, poi, che si riflette anche sul sistema economico calabrese rendendo meno competitive le nostre aziende, non si può non pensare a misure importanti come la stabilizzazione di "Decontribuzione Sud" per proteggere e creare nuovi posti di lavoro. Non si può non pensare al rafforzamento delle misure del decreto dignità per mettere i lavoratori, in particolare i giovani, in condizione di sviluppare progetti di vita agevolando i contratti a tempo indeterminato».
«Ma la spesa per i servizi sociali va oltre le politiche sul lavoro e intacca servizi essenziali come quelli sanitari o le politiche abitative. La carenza di personale sanitario si ripercuote, tra le altre cose, sulla prevenzione, un'arma fondamentale non solo per abbattere i costi nella sanità ma anche per garantire ai cittadini il diritto alla salute. Tanto il Pnrr, per cui il movimento 5 stelle ha lottato in Europa, può fare su questo, ma se le altre forze politiche pensano di ridurre la spesa sociale a favore delle lobby delle armi, i risultati ottenuti in Europa saranno vani. E a pagarne le conseguenze saranno solo le fasce più deboli della popolazione, che viceversa vanno supportate dalle istituzioni» conclude.