Che fine ha fatto il ponte sulla Stretto di Messina?
La questione sull'imponente opera di collegamento tra Calabria e Sicilia, al centro di tante polemiche nel passato, viene ripresa in Senato e la discussione si riaccende

CORIGLIANO-ROSSANO – Quello del ponte sullo Stretto di Messina, è un argomento spinoso e, dimenticato. L’imponente infrastruttura, che collegherebbe la Calabria alla Sicilia, sarebbe secondo alcuni un volano per far decollare economia, comunicazione e scambi commerciali tra le due regioni e tutta Italia, per altri uno scempio ambientale.
La questione però è stata rispolverata in Parlamento dalla senatrice forzaitaliota e vicepresidente del gruppo a palazzo Madama, Gabriella Giammanco: «Che il Ponte sullo Stretto sia un'opera importante per la Sicilia e per il Sud - fa presente la senatrice via social network - è un dato di fatto. Il punto è che lo è anche per il resto del Paese. Un'infrastruttura di questa portata significa non solo collegamenti efficienti e rapidi ma anche posti di lavoro e nuove opportunità di sviluppo. Eppure, nulla si muove».
La senatrice ha tirato in ballo il discorso delle infrastrutture in Calabria e Sicilia e di riflesso il problema del tasso occupazionale, bassissimo in queste regioni. Inoltre ha ribadito la centralità della costruzione del ponte per il buon andamento dell’economia nazionale. Il tutto in piena linea con le posizioni di Berlusconi da sempre promotore della messa in posa della grande opera.
«Come denuncia giustamente Il Giornale questa mattina - ha osservato la parlamentare siciliana di Fi - il ministro Giovannini ha stabilito che il progetto va riscritto in seguito a uno nuovo studio di fattibilità. Si ricomincia tutto da capo insomma, un modo per prendere ancora tempo e non far nulla che in realtà nasconde la mancanza di volontà politica nel portare avanti la realizzazione di quest'opera».
Giovannini dal canto suo risponde: «Il progetto non è più attuale. Il finanziamento va ripensato a carico della finanza pubblica», insomma va rifatto tutto. Il ministro lo fa passando la palla al Ministero dell’Economia che dovrebbe rivalutare da principio la fattibilità dell'opera e tutte le altre questioni del caso.
Molte le critiche nei confronti di questa linea politica di governo, la più pesante: Sicilia e Calabria pagano un dazio altissimo rispetto a tutti, vale a dire, il perpetuarsi dell'isolamento a cui sono costrette.