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Vitale (Lega Bocchigliero): «I distretti del cibo sono un’opportunità che non va snaturata»

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BOCCHIGLIERO - «L'agricoltura calabrese con i suoi prodotti agricoli di eccellenza, potrebbe essere il "fiore all'occhiello" a livello nazionale per la presenza di un clima mediterraneo e per le sue rinomate "produzioni biologiche", è proprio da queste eccellenze che potrebbe ripartire l'economia Calabrese. È vero che l'industria alimentare potrebbe recuperare sui mercati internazionali e su quel falso "made in Italy", ma sarebbe necessaria la presenza di suolo agricolo da coltivare (in Calabria ne abbiamo in abbondanza), e non solo, in quanto risulterebbe essenziale la presenza di agricoltori, che vengano sostenuti, aiutati e supportati con fondi economici».

Inizia così la nota stampa di Antonio Vitale, segretario della Lega Salvini Bocchigliero che continua: «I "distretti del cibo" sono un'opportunità per le imprese agroalimentari calabresi, che potrebbero servire ad attuare programmi d'investimento di grande rilievo, ma non vanno snaturati, come il Dipartimento Agricoltura ha fatto con i Gruppi d'Azione Locale, ovvero i GAL. I GAL vennero snaturati ai tempi della Giunta Oliverio, ma il Direttore Generale del Dipartimento Agricoltura di oggi è lo stesso di allora, il Dottor Giacomo Giovinazzo, che nel corso degli anni ha rallentato con metodi burocratici il percorso dell'agricoltura. I "distretti del cibo" sono uno strumento radicalmente diverso dai GAL e sia la legge nazionale che li ha istituiti, sia il primo bando per le agevolazioni del Ministero parlano chiaro al riguardo, le varie forme possibili di distretto, sono accomunate dall'essere dei "sistemi produttivi locali" ovvero delle reti di imprese interconnesse e specializzate; per questo, i distretti non possono essere confusi con un partenariato socio-economico che non esiste nella definizione nazionale dell'"Accordo di distretto", tanto meno, il "distretto del cibo" può essere confuso con una mera perimetrazione geografica, per cui i concetti di mappatura ed eleggibilità dei territori applicati ai "distretti del cibo", appaiono fuorvianti».

«Molte iniziative di "distretto del cibo" – spiega - hanno visto come protagonisti le amministrazioni comunali, che hanno candidato il proprio territorio a far parte dei distretti del cibo, o organizzazioni economico-sociali, anziché le imprese. In quanto si sente in giro, c'è più di un indizio che tanti, compreso il Direttore generale del Dipartimento Agricoltura, abbiano finora travisato il senso dei "distretti del cibo", con l'aggravante di averli caricati di procedimenti ed adempimenti burocratici inutili e costosi. I "distretti del cibo" dovrebbero essere quelli che la legge prevede, ovvero reti di imprese vitali, che costituiscono un "sistema produttivo locale" e non frutto di manipolazioni; Non si è mai giunti ad una soluzione riguardante il problema sulla questione cinghiali, un argomento che vaga da tempo e sul quale non si è arrivati ad una normativa efficiente ed efficace sul loro abbattimento, eppure causano pesanti danni agli imprenditori agricoli, pericoli seri all'incolumità umana e non da meno gravi rischi sanitari; si sarebbe  dovuto incentivare i giovani agricoltori e non costringere aziende alla chiusura, favorendo "la fuga dei cervelli"».

«La Calabria – aggiunge - dovrebbe crescere, o meglio rinascere, è una terra meravigliosa per turismo e agricoltura. Ci sono giovani, uomini e donne, nella Calabria di oggi, che hanno voglia di creare, esprimersi, produrre prodotti di altissima qualità, sentono il bisogno di tutelare e valorizzare la propria terra, ci sono, già, piccoli imprenditori in Calabria che con dedizione continuano a produrre in questa regione, nei settori dell'agricoltura, del turismo, dell'artigianato, dell'agroalimentare; ma questi giovani vanno aiutati, supportati, incentivati! I giovani sono il motore e il futuro di questa regione. Bisogna impegnarsi a favorire, aiutare e sostenere l'intraprendenza sana dei giovani calabresi, mettendosi, spesso, dalla parte opposta pur di ostacolare il lavoro dei piccoli imprenditori seri ed onesti, i quali si trovano a dover abbandonare e porre fine, con le lacrime agli occhi, ai tanti sacrifici, magari fatti dai nonni o dai propri genitori».

«Ci si dovrebbe mettere al servizio degli interessi generali dei Calabresi – incalza - compresi gli imprenditori autentici, seri e leali; c'è tanta Calabria operosa, intraprendente e onesta. Nonostante tutto da questa Calabria può, davvero, derivare l'innovazione, lo sviluppo e la creazione di ricchezza; ci si dovrebbe inchinare difronte a chi decide di fare impresa in Calabria, di vivere onestamente, di far crescere i propri figli in questa meravigliosa terra dimenticata, abbandonata e ostacolata. Si dovrebbe ascoltare la voce degli imprenditori per comprenderne le difficoltà e le problematiche. Di cosa parlare? Delle 1209 domande di primo inserimento sul PSR 2014-2020, che aspettano ancora la graduatoria provvisoria, ormai da tre anni, con un terzo di domande già presentate nel primo bando del 2016.A tal riguardo, mi ha colpito sui social la storia di un ragazzo calabrese, poco più che ventenne, il quale ha partecipato al bando nel 2016 del PSR-Calabria, non ammesso per eccesso di burocrazia; ripartecipa con il suo progetto di insediamento ed investimento nel secondo bando del 2018 ed è ancora senza risposta; nonostante questo il giovane non si è rassegnato o demoralizzato, ma sta realizzando la sua idea di Imprenditore agricolo multifunzionale».

«Ci auguriamo, sotto la nuova guida del Presidente Roberto Occhiuto, al quale rinnovo i Miei Auguri così come alla Nuova Classe Dirigente Politica ci possa essere maggiore impulso e attenzione verso il settore dell'agricoltura e in particolare dei PSR, con un cambio di rotta sia nella gestione sia nei nomi dei futuri assessori in questo importante settore, così come in quello turistico, poiché questa è la vocazione della nostra meravigliosa e amata terra di Calabria» conclude.                           

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.