REGIONALI 2021 – Di Leo (Un’altra Calabria è Possibile) sull’eutanasia: «Libertà di morire in maniera dignitosa»
La candidata nella lista “Un’altra Calabria è Possibile”: «La libertà dell’individuo, a trecentosessanta gradi, nel rispetto delle idee e delle vite di chiunque non dovrebbe mai essere messo in discussione»
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COSENZA - «Cosa ne pensano le persone candidate al rinnovo del Consiglio Regionale dei diritti civili? Questa domanda, che è stata posta da un utente calabrese su fb. Una richiesta che ha solleticato il mio interesse. Da candidata nella lista “Un’altra Calabria è Possibile” con Mimmo Lucano capolista si potrebbe pensare che sia implicito il nostro pensiero “umano”. Forse sempre implicito non è. Provo a puntualizzare qualche punto».
Inizia così la nota stampa di Angela Antonia Di Leo candidata nella lista “Un’altra Calabria è Possibile” che così continua: «Mi sono occupata per molti anni di sindacato. I diritti dei lavoratori sono per me argomento imprescindibile della mia quotidianità. Mai avrei pensato di fare politica attiva, pur essendo, il sindacato, politica vera a tutti gli effetti. Mentre siamo nelle piazze a promuovere le nostre liste e a chiedere voti, un po’ come i questuanti, ci sono temi importanti che nel paese serpeggiano, un po’ sottotono perché i media nazionali non ne parlano».
«Un referendum importantissimo, - spiega - per cui si stanno raccogliendo le firme è quello sull’eutanasia. A favore o contro? Il dibattito sarebbe importante se si affrontasse pubblicamente. È un argomento politicamente scottante. Si rischierebbe di perdere voti. È un argomento politico, però, in quanto è la politica che legifera. Intanto la Cei (Conferenza Episcopale Italiana) esprime per voce del Presidente Cardinale Gualtiero Bassetti “grave inquietudine per la prospettiva di un referendum per depenalizzare l’omicidio del consenziente”. E ancora continua dichiarando che “chi soffre va accompagnato e aiutato a ritrovare ragioni di vita” (Fonte Ansa)».
«Mi chiedo, - aggiunge - un malato terminale, una persona affetta da patologia invalidante, quale ragione di vita possa avere se non quella di un fine vita dignitoso? La Chiesa tuona e la politica si ritira. Il nostro è uno Stato Laico, per cui tutti i cittadini sono “uguali”. Stessi diritti e stessi doveri. Sappiamo tutti, però, che ci sono quelli più uguali di altri. Dovrebbe essere chiaro anche alle pietre che estendere i diritti, soprattutto la libertà anche di morire in maniera dignitosa, è solo una emancipazione della condizione umana e non toglie nulla a chi quel diritto non vuole “viverlo”. Al contrario, chi si oppone a questa legge, di libertà e dignità, vuole imporre la propria idea di vita e di morte. Io la chiamo dittatura».
«La libertà dell’individuo, a trecentosessanta gradi, nel rispetto delle idee e delle vite di chiunque non dovrebbe mai essere messo in discussione. La libertà di vivere la propria sessualità, la libertà individuale di decidere sulla propria vita e morte, la libertà di spostamento sul territorio internazionale, sono diritti civili di umanità. Sono diritti costituzionali. Sono una docente e questo è ciò che insegno ai miei allievi» conclude.