Cerchiara, l’Amministrazione risponde: «La depurazione è un percorso lungo e complesso»
«C’è chi festeggia per nulla e chi veramente avrebbe dovuto festeggiare l’ottenimento delle autorizzazioni che è l’unica vera vittoria politica amministrativa di un’amministrazione a vocazione ambientale»
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CERCHIARA - «In merito all’ articolo pubblicato dall’opposizione consigliare, che non perde occasione per raccontare le cose a metà o meglio ciò che è opportunisticamente conveniente raccontare, bisogna chiarire ancora una volta quello che è stato il lungo e complesso percorso amministrativo e giuridico seguito da questa amministrazione che obbligatoriamente necessitava della collaborazione di un soggetto privato che avesse tutti i requisiti imposti dalla legge per arrivare all’ottenimento delle autorizzazioni che la stessa legge prevede».
Inizia così la nota stampa del comune di Cerchiara che continua: «Nessuna gara pubblica poteva essere indetta in quanto, i tre depuratori, situati nel territorio del Comune di Cerchiara di Calabria, necessitavano delle opportune autorizzazioni e dunque non in regola e la gestione non poteva essere affidata tramite bando pubblico, addirittura il depuratore Badia a quel tempo era sottoposto a sequestro e tale provvedimento giudiziario rimandava a giudizio il Sindaco Dott. Domenico Mauro, il responsabile dell’area tecnica Arch. Marcello Martino e l’attuale Sindaco Dott. Antonio Carlomagno, appena insediatosi».
«Per intraprendere una corretta gestione dei 3 impianti di depurazione, - spiega - che fino a quel momento funzionavano a singhiozzo ed erano tecnicamente quasi inutilizzabili, l’ amministrazione comunale decise di individuare un soggetto idoneo che avesse i requisiti richiesti dalla legge e le competenze professionali per far si che gli impianti di depurazione raggiungessero l’efficienza di oggi e soprattutto le dovute autorizzazioni che vengono rilasciate solo dopo che gli enti preposti accertano il buon funzionamento degli impianti e la fuoriuscita di reflui perfettamente depurati. Per via di questo lungo e complesso percosso durato ben 5 anni non si poteva in nessun modo adottare alcun principio di rotazione, in quanto la collaborazione instaurata dal comune con il privato individuato, giorno dopo giorno, ha portato all’unica vittoria amministrativa e soprattutto di carattere strettamente ambientale, in effetti i nostri depuratori, ben funzionanti, non inquinano in nessun modo l’ ambiente circostante come è successo anni addietro che durante una gestione scellerata della precedente ditta affidataria altro non hanno fatto che inquinare il territorio».
«Dove erano – incalza - i tre consiglieri che hanno sottoposto all’ ANAC l’iter amministrativo adottato correttamente dall’ amministrazione? Come mai, vista l’attenzione e l’amore verso la comunità cerchiarese non si sono preoccupati in precedenza del buon funzionamento dell’impianto di depurazione? Ovviamente l’ANAC, attivata con il maldestro tentativo di colpire ancora una volta l’Amministrazione Comunale, non poteva che non stabilire l’adozione del principio di rotazione e contestare i ripetuti affidamenti diretti che ripetiamo sono stati adottati per completare l’iter autorizzatorio a salvaguardia dell’ambiente. Infatti nella deliberazione, la stessa autorità anticorruzione non è entrata entrare nel merito del percorso autorizzatorio ma giustamente si è pronunciato solo ed esclusivamente sulla modalità di affidamento da adottare che all’epoca aveva la soglia massima di euro 40 mila e che oggi giusto per informare i tre consiglieri comunali, il legislatore prendendo atto che quella soglia era troppa bassa per mettere gli enti nelle condizioni di operare correttamente ha alzato la soglia a 139 mila euro per gli affidamenti dei servizi».
«L’ente non ha superato i 40 mila euro per la gestione, cosa ben diversa dal servizio di smaltimento dei fanghi che, sono stati affidati comunque alla stessa azienda perché aveva i requisiti specifici per provvedere allo smaltimento. Come mai i consiglieri di opposizioni non dicono che prima del 2014 i fanghi giacevano per anni ed anni nell’area circostante gli impianti di depurazione? È il caso di dirlo noi… oltre al danno anche la beffa! Per via dell’esposto effettuato dai consiglieri di minoranza, l’ente ha dovuto incaricare un legale del foro romano per difendersi legittimamente dalla procedura e dunque devono ringraziare, in particolare il capogruppo della minoranza consigliare, che ha fatto questo regalo ai cittadini, l’ennesima parcella che ha gravato sulle casse comunali e che è servita a spiegare all’ ANAC le motivazioni che hanno spinto l’ente ad adottare tale modus operandi! L’ ANAC ha invitato l’ente a comunicare le iniziative che si intendono adottare per sottoporre il servizio a regime di libera concorrenza è proprio il caso di dirlo... c’è chi festeggia per nulla e chi veramente avrebbe dovuto festeggiare l’ottenimento delle autorizzazioni che è l’unica vera vittoria politica amministrativa di un’amministrazione a vocazione ambientale!» conclude.