Regionali, Giudiceandrea lascia il Pd per schierarsi al fianco di De Magistris
Il politico: «La lotta per tentare di cambiare il Partito democratico dall’interno è una lotta impari. Di fatto c’è uno scollamento evidente di questo partito dalla realtà»
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COSENZA - «Mi sono battuto molto per un nuovo Pd, ma ora ho deciso di candidarmi con De Magistris perché la lotta per tentare di cambiare il Partito democratico dall’interno è una lotta impari. Non c’è riuscito Zingaretti che si è dimesso dopo aver gestito in maniera esemplare la crisi della pandemia ma si è dovuto arrendere all’eccesso di correntismo connaturato al Pd».
È quanto afferma Giuseppe Giudiceandrea che così continua: «Io avevo aderito al Partito democratico convintamente proprio in virtù del progetto di piazza grande, venuto meno il quale non mi pare si sia data continuità a quel progetto di rinnovamento non solo generazionale ma di impostazione e di liturgie che avevamo desiderato. Di fatto c’è uno scollamento evidente di questo partito dalla realtà e lo dimostra il fatto che in Calabria noi abbiamo un candidato di centrosinistra che si era proposto e che era già all’interno di tutte le case dei calabresi, perché conosciuto, stimato ed ammirato».
«Ma per delle paturnie locali, - spiega - e soprattutto campane, gli attuali dirigenti nazionali del Pd sono stati convinti a puntare su “altri”, fino a reperire la vittima sacrificale da immolare sull’altare della sconfitta per tentare di ottenere un'altra sconfitta, quella di De Magistris. Ma non ci riusciranno: aumentano ogni giorno le persone in carne ed ossa, anche e soprattutto liberal, moderati, persino di destra, che ne hanno piene le tasche e uniti voglio votare solo per De Magistris. È allo stato molto avanzato una lista progressista, democratica fatta di donne e uomini pronti ad impegnarsi su questa strada».
«La Bruni – aggiunge - sarebbe stata un’ottima figura all’interno del nostro schieramento. De Magistris era ed è già in campo da diversi mesi, sta girando in lungo e in largo la Calabria. Era ed è un candidato già pronto, presente nel cuore e nelle case di centinaia di migliaia di calabresi pronti a votarlo. Gli stessi calabresi che non si capacitano non tanto dell’avversione nei confronti del sindaco di Napoli di una parte minoritaria di esponenti del Pd calabrese, quanto del perché Conte e Letta abbiano preferito andare verso un inevitabile tonfo portando con essi una residuale parte di iscritti e simpatizzanti. Uniti avremmo stravinto. Ci toccherà vincere senza quella parte minoritaria del Pd e del M5s calabrese che oramai non vota più nessuno».
«Magari – continua - se qualcuno avrà l’amabilità di portare Letta per strada e fuori dalla solita claque, potrebbe rendersi conto che lo stanno portando per mano verso la sua prima, sonora sconfitta elettorale, a seguito della quale sicuramente partiranno le richieste di dimissioni per far posto (chissà), a qualcuno che dalla Campania di De Magistris proprio non vuol sentir parlare ed ambisce a nuove collocazioni prestigiose a prossima scadenza di mandato».
«La volontà di tornare in consiglio regionale – spiega - non è il mantra, non è il motivo per il quale io ho dato la mia disponibilità a Luigi De Magistris per la sua elezione a presidente della nostra regione. È Luigi che mi ha chiesto di candidarmi in una delle sue liste e stiamo valutando come meglio collocare la mia figura per poter dare un contributo onesto e fattivo, portando all’interno di questo movimento uomini e donne che hanno stima di Giuseppe Giudiceandrea e che vedono in Luigi De Magistris un uomo che può realmente sbaragliare il campo, sparigliare la partita e cambiare la storia della nostra regione».
«Poi se Giuseppe verrà eletto o meno è, come ho sempre detto, un incidente piacevole per il sottoscritto, perché avrei l’opportunità di dare continuità a tutta quanta una serie di progetti iniziati e non portati a termine, dando vita ad altre battaglie per migliorare le condizioni di vita della nostra terra e nella nostra regione» conclude.