La Sibari-Co-Ro (forse) si farà ma i tempi di concertazione si prospettano lunghi
Ieri il Consiglio comunale. Il sindaco Stasi: «Non si può immaginare città senza infrastrutture. Occorre conoscere piani di fattibilità… e anche quelli degli espropri». Salimbeni: «Basta briciole». Scarcello: «Realismo? Una 4 corsie fino al Brillia»
CORIGLIANO-ROSSANO - La Sibari-Corigliano-Rossano, la nuova, auspicata e sognata strada a 4 corsie per togliere la terza città della Calabria dalla gabbia dell’isolamento e sostenere lo sviluppo dei paesi più a sud lungo la costa jonica, si farà. Forse. Quel che è certo – come ha ribadito ieri il sindaco Stasi durante un tiepido Consiglio comunale – è che non si farà con uno schiocco di dita. Ci vorrà del tempo. Tanto tempo… troppo tempo. E questo perché la politica locale ha necessità di discutere e confrontarsi.
Prima un colpo di scena: il giallo del gonfalone
Quello sul progetto di realizzazione di una nuova strada (SS106 ter) che colleghi Sibari e lo snodo centrale della mobilità della Calabria settentrionale a Corigliano-Rossano è stato uno dei temi dibattuti nel corso dell’assemblea civica riunitasi ieri nella sala consiliare di piazza Santi Anargiri, nel centro storico di Rossano. Una seduta partita quasi in orario – differentemente dalla consuetudine – ma che ha subìto un improvviso ed inaspettato stop quando a prendere le parola è stato il capogruppo del PD, Aldo Zagarese. Che sommessamente ha fatto notare alla presidenza del Consiglio comunale che in aula mancavano i gonfaloni della città. E come da cerimoniale e protocollo questo non consente lo svolgimento dei lavori. Tutto fermo, allora, per oltre un’ora. In attesa che i fregi comunali venissero prelevati dalla sede di Corigliano e portati in aula. Un teatrino. Un tripudio di disorganizzazione.
Il progetto del Governo e di Anas
A gonfaloni piazzati – e senza qualche palese imbarazzo nella parte stretta dell’emiciclo – sono ripresi i lavori. E la discussione su questo nuovo “pezzo” di strada che lo scorso 13 aprile, d’improvviso e come un fulmine a ciel sereno, il Governo è venuto a presentare in città. Il viceministro alle Infrastrutture, Giancarlo Cancelleri, accompagnato dalla deputazione pentastellata del territorio, in quella occasione mostrò il progetto definitivo del nuovo tracciato. Un progetto stravolto rispetto a quello del Megalotto 8, a minor impatto ambientale e sicuramente meno dispendioso in termini di realizzazione. 25 chilometri di asfalto a 4 corsie distesi sulla piana di Sibari tra il viadotto Mariacristina ed il torrente Coserie. 400 milioni di euro, dei quali 200 già pronti e altri 200 da reperire da altri fondi. Pochissimi ponti e zero gallerie con due “curvoni” ad arginare gli altrettanti centri abitati di Corigliano scalo e Rossano scalo. Per come l’hanno descritta Cancelleri e Anas, in quella sede, l’opera potrebbe essere di facilissima realizzazione e l’iter potrebbe anche avere un processo brevissimo (addirittura potrebbe concludersi simultaneamente ai lavori del terzo megalotto Sibari-Roseto!). Al momento, quello che manca, però, è il placet del Comune di Corigliano-Rossano. Che non arriva e probabilmente non arriverà a breve.
Nei giorni scorsi, a proposito, il vicesindaco Claudio Malavolta, incalzato ai nostri microfoni, sulla vicenda aveva detto lapidariamente «dateci qualche giorno». Ma dopo la discussione di ieri – voluta grazie ad un’istanza presentata dalle opposizioni – quei giorni potrebbero diventare mesi. E il perché lo ha fatto intendere proprio il primo cittadino e prima di lui la consigliera, testa d’ariete della maggioranza, Maria Salimbeni.
«Occorre conoscere piani di fattibilità… e anche quelli degli espropri»
«È inimmaginabile una città come Corigliano-Rossano senza collegamenti veloci, sia su gomma che su rotaia», così nelle premesse il primo cittadino. «Certo – ha aggiunto Stasi – sappiamo che una nuova opera significa anche, per forza di cose, andare a deturpare il territorio. E sappiamo che strade a impatto zero non ce ne sono. Ed è per questo che bisogna approfondire di più e meglio il progetto». Ma il primo cittadino fa, poi, delle precisazioni. «Non possiamo dire di sì ad una proposta – ha rimarcato Stasi - senza aver visto prima un piano di fattibilità o un piano di investimento e nemmeno un piano degli espropri». E quest’ultimo punto potrebbe essere davvero la vera chiave di lettura a tutte le perplessità emerse negli ultimi giorni. Questo nuovo tracciato, infatti, pur comminando di pari passo con la linea ferroviaria ionica, per forza di cose andrà ad “intaccare” diversi terreni agricoli e tantissimi agrumeti. Che sappiamo essere feudo economico per molti rappresentanti del civico consesso. Al netto del “danno” ambientale che la strada produrrebbe («ma non c’è sviluppo a impatto zero») c’è anche il “danno” commerciale. A partire proprio dagli espropri che, come noto, per i progetti di pubblica utilità hanno valori molto bassi. Quindi rappresenterebbero delle perdite per i proprietari terrieri.
«Siamo nelle condizioni di accettare, valutare e di rifiutare questo progetto?»
«Siamo nelle condizioni di accettare, valutare e – perché no – di rifiutare questo progetto?» Sono risuonate perentorie le parole della consigliera Maria Salimbeni che hanno fatto da ouverture all’intervento del primo cittadino, togliendolo di fatti da un imbarazzo. «Bisogna ragionare su che via prendere» ha aggiunto ancora la rappresentante della maggioranza, richiamando a sé tutte le stelle del firmamento di Corigliano-Rossano e le sue grandi questioni (dal Piano strutturale associato al nodo Insiti, passando proprio per la onnipresente questione ambientale). E tutto questo per approdare ad un ragionamento concreto ma molto ampio. Senza soluzione. «Serve sapere come muoversi, senza alcun pregiudizio e con la consapevolezza che, soprattutto in questo momento storico, non possiamo accontentarci delle briciole». Insomma se una strada va fatta deve essere la migliore strada possibile, con tutti gli annessi e i connessi.
«Sicurezza, tempistica e concertazione»
E su questo sembrerebbe essere d’accordo anche parte della minoranza. «È un progetto scarnissimo – ha ricordato Rosellina Madeo – ma vorremo che su questo ci fosse maggiore coinvolgimento del Consiglio comunale per cercare di dettare insieme i tempi dello sviluppo di questo territorio. I punti fermi da seguire – ha precisato – sono la sicurezza, la tempistica di realizzazione e la certezza del recupero delle risorse. Perché un progetto che ha solo la metà dei soldi sul piatto per essere realizzato non mi sembra un progetto confortante».
«Realismo? Una 4 corsie fino al Brillia»
Ma dal Consiglio comunale di ieri è emersa anche una proposta «sulla quale potremmo ragionare subito e senza troppi pregiudizi». Ed è quella del capogruppo dell’Udc, Vincenzo Scarcello. «Credo dobbiamo partire da quello che abbiamo per approntare un ragionamento quanto più virtuoso: dalla disponibilità del governo a realizzare un’opera (che non è cosa da poco considerati i precedenti, ndr) e dalla disponibilità economica». «Ad oggi – ha detto Scarcello – abbiamo 200milioni di euro pronti. Cosa possiamo fare con questi soldi? Invece di nulla, si potrebbe chiedere ad Anas e al Governo di iniziare a realizzare la bretella stradale a 4 corsie da Sibari fino al Brillia». Praticamente fino alle porte di Corigliano. «Ricordo che di nuova 106 se ne parla dagli anni ’80. Non se n’è mai fatto nulla per incapacità e mancanza di volontà della politica. Ora che c’è una congiuntura favorevole sull’opera bisogna rimanere realisti». È una proposta, ampiamento opinabile ma sicuramente di coraggio.