Antoniotti si scaglia contro Orlando: «Dal “ministro spergiuro” solo promesse non mantenute sul tribunale»
L’ex Sindaco: «Non mi sarei aspettato il suo ritorno al Governo del Paese; evidentemente la credibilità non si addice alla carica ministeriale»
CORIGLIANO-ROSSANO - «Nella vicenda dello scippo del Tribunale di Rossano rientra appieno Andrea Orlando, diploma di liceo scientifico, vice di Zingaretti, segretario del Pd, ex ministro della Giustizia nel 2014 nel governo Renzi e ora ministro del lavoro nel governo Draghi».
È quanto dichiara Giuseppe Antoniotti ex sindaco di Rossano che così continua: «Orlando, lui sì un traditore e nemico della nostra città e del territorio, più volte partecipe ai nostri incontri per la riapertura del tribunale persino nella sede nazionale del PD a Roma, insieme al comitato ‘’no chiusura tribunale’’ rappresentato da Maurizio Minnicelli, all’avvocato Trento, ai sindaci del territorio, ai tanti avvocati, insieme alle varie associazioni».
«Deputato di minoranza, - aggiunge Antoniotti - ci promette la riapertura sicura del Tribunale, specialmente dopo l'avvenuta delibera consiliare per la fusione Rossano-Corigliano; lui che dice: ‘’Se cambia governo e saremo maggioranza di governo noi riapriremo il tribunale di Rossano perché la chiusura dello stesso è stato un errore’’. Cambia il governo e lo stesso deputato Orlando diventa ministro della giustizia. E la promessa fatta sulla riapertura del tribunale? È soltanto una bugia».
«Da ministro della giustizia – incalza - lo incontro, nel mio ruolo di sindaco, a Cosenza nella sede della provincia, alla presenza di tutti i vertici politici provinciali regionali e gli rammento dei nostri incontri e dei suoi impegni verso il territorio per la riapertura del tribunale. Dimentico del suo impegno, e con un dietrofront inspiegabile, dice di non poter cambiare le cose già stabilite dai suoi predecessori (ministro Severino e Cancellieri)».
«Il colpo di scena – conclude - crea la rabbia e la protesta dei presenti, mentre Il ministro spergiuro, in tutta fretta, abbandona il tavolo dell’incontro per recarsi altrove. Non mi sarei aspettato il suo ritorno al governo del paese; evidentemente la credibilità non si addice alla carica ministeriale».