Si è tenuto ieri a Lamezia il congresso regionale del Partito Socialista calabrese. Considerata l’importanza del momento delicato per il Partito e l’assoluta assenza dal dibattito politico regionale degli ultimi anni, avevo deciso di proporre la mia candidatura a segretario regionale del Partito, convinto come sono che solo attraverso la messa in campo di un valido progetto politico socialista per la Calabria e la scelta di nuovi dirigenti, soprattutto giovani, si potesse ottenere un tanto auspicato e ricercato rilancio del partito. Il congresso si sarebbe dovuto svolgere con le regole stabilite dal Partito nazionale che stabiliscono che al “congresso partecipano i delegati al congresso nazionale, che sono i soli ad aver diritto di voto, e soltanto come invitati: i membri del direttivo regionale uscente, gli amministratori socialisti, i membri del consiglio nazionale. Per le regioni che hanno un numero inferiore a 40 delegati nazionali, le commissioni regionali di garanzia devono integrare con altri delegati fino a raddoppiarli per consentire di avere un congruo numero della platea congressuale, che consenta di eleggere gli organismi, fermi restando i risultati proporzionali del congresso nazionale”. Il congresso è stato convocato dal segretario uscente senza aver sentito o convocato la commissione regionale di garanzia, unico organismo abilitato a integrare gli altri 26 delegati aggiuntivi, che ancora non si capisce sulla scorta di quali regole siano stati scelti dallo stesso. Delegati che non sono mai stati comunicati ai pochi presenti dal presidente dell’assemblea e che nessuno ha avuto la possibilità di conoscere. Per questo ho ritenuto di porre con forza la "questione delle regole"! Perché le regole sono alla base della democrazia e vengono scritte e sancite proprio perché devono essere rispettate. Purtroppo, queste regole sono state inspiegabilmente cambiate e il congresso regionale si è svolto senza che candidature alternative a quella del segretario uscente potessero essere messe in condizioni di essere proposte all’assemblea. Del resto il congresso regionale è stato organizzato con il coinvolgimento di pochissimi socialisti calabresi, quelli più fidati del segretario uscente, che hanno di fatto consentito la sua rielezione. In molti alla fine abbiamo per protesta abbandonato i lavori, compreso la corrente di minoranza che al pari dello scrivente ha contestato i lavori e denunciato il non rispetto delle regole, tanto è che il segretario è stato eletto da una ventina di persone e non tutti nemmeno legittimamente delegati per l’elezione di un segretario. Purtroppo, ritengo che ieri si è persa l’ennesima occasione di rilancio del Partito socialista calabrese! Alla Politica fatta nell’interesse esclusivo dei calabresi, con idee, progetti, confronto si preferisce la decisione dei soliti pochi, chiusi in qualche stanza a spartirsi, purtroppo, il nulla. Io non ci sto. Per me la politica è altro. E la mia candidatura doveva servire a ricercare, attraverso la messa in campo di un grande progetto politico socialista, una seria prospettiva politica per tutti i Socialisti calabresi, ma, anche e soprattutto, una possibilità di cambiamento reale e concreto per la Calabria. Leonardo Trento assessore provinciale Cosenza delegato congresso regionale Psi