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Di liberi voli, evasioni e visioni

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Stanotte, signor Cavaliere. Ha fischiato. L'ho sentito fischiare...
Il treno?
Sissignore. E se sapesse dove sono arrivato! In Siberia... oppure oppure... nelle foreste del Congo... Si fa in un attimo, signor Cavaliere!

[da Il treno ha fischiato, L. Pirandello]

Ci sono giorni nei quali la mente vaga, errabonda, e si fa veramente fatica ad andarle a mettere il guinzaglio. Giorni nei quali ti vedi in mille altre vite che potevano essere e non sono state, che potranno essere e forse saranno; ma più probabilmente no. Giorni nei quali ti guardi intorno e ti senti fortunato, ringrazi, perché in realtà nulla ti manca, se non fosse, a volte, per quel mai represso istinto odissiaco di navigare, esplorare, magari errare, spingerti oltre, pur chiedendoti, intimorito, se non sia poi troppo insidioso. E così, mentre il corpo resta in una, per tutti rassicurante, stabilità fatta di equilibrio e certezze, regolarità e punti fermi, mentre sei ai fornelli per preparare il pranzo o guardi un film, guidi la macchina o scrivi una relazione, ti vesti di tutta fretta o magari sei già lì, sul posto del tuo lavoro, tutt’ad un tratto lui, il pensiero, ti scappa via. Apre quella finestrella con lo sportello a vasistas, mimetizzata tra la parete o le scartoffie, et voilà… libero, capriccioso, anarchico, è già lontano dalla tua stanza. A volte gli capita anche di cercar compagni, e così va in cerca di ricordi; magari del ricordo di quel vecchio sogno rimasto nel cassetto. Tira via piano piano quel ripiano segreto, prende per mano quei desideri sgualciti, li aiuta a distendere le ali, e li porta con sé, a navigare nel mare delle possibilità infinite; o magari, con indosso cappellino e calzari verdi, oggi è Peter Pan, più che Ulisse, e vola sulla Jolly Roger, prua dritta verso la seconda stella a destra e cuore già gonfio degli incanti ineguagliabili di quella tua isola che non c’è.

E se ci fosse? Chi lo sa quante sono le forme dell’esistere! Devono tutte, necessariamente, passare da consistenze materiche e ufficialmente validate carte d’identità? E se all’anagrafe inaugurassero una sezione “bimbi sperduti” e nelle agenzie vendessero anche i biglietti per le navi volanti? Sarebbe magari un bel modo per rilanciare i viaggi!

Viaggi, certo, della fantasia. Ma perché pensare che sia solo roba da piccoli? Perché misconoscere il potere prolifico, a volte salvifico, di quel che ci appare, ci si mostra con chiarezza e forza alla mente (così, da phaino= mostrare), pur fuori dai normali cardini di verità? Non si toglie nulla all’abito blu dell’avvocato, alla matita rossa dell’insegnante, allo stetoscopio al collo del medico, piuttosto che alla manipola del muratore, alla sega del falegname o all’aratro del contadino se, mentre essi lavorano, lasciano aperta quella porticina di evasione e fantasia.

Anzi, ne sono più che certa: è proprio da quella porticina che passano anche due grandi facoltà umane. Una è, senz’altro, la capacità di nutrire visioni progettuali ricche, articolate, colorate e così nitide da poterne tastare già l’essenza e far superare l’abitudine -questa sì, insidiosa!- a ciò che non va, dismettendo il lamento e sondando ogni possibilità di miglioramento.

L’altra è quella non comune empatia con gli altri, che intanto si manifesta, in quanto non si perde la capacità di dismettere i propri abiti irrigiditi, ma si sa anche sgusciarne via e, in un solo attimo, ritrovarsi nei panni dell’altro. Allora, forse, si saprà difendere meglio la causa di quel cliente che ha timore di perder la casa e con essa tutto; si saprà interpretare con serena gioia ogni errore e corroborare nell’allievo la fiducia che andrà sempre meglio; si saprà riconoscere in ogni aritmia del cuore quell’ansia nascosta che a volte inghiotte, a volte rigurgita i battiti nel petto; si saprà gioire già vedendo in quel ceppo, in quelle fondamenta, in quelle zolle aperte al sole, la bellezza che presto saranno se le proprie mani, se la propria mente non si insterilirà mai nell’eccessiva concentrazione su di sé e nell’arida ripetitività meccanica, ma saprà vedere oltre. Perché quel vedere oltre non allontana dal presente, ma ci rende forse un po’ migliori nel viverlo!

Allora, lasciamola aperta quella finestrella di cielo azzurro, e quando, da novelli Ulisse o Peter Pan (comunque re di un’isola, avventurieri e coraggiosi guerrieri), sentiremo che una parte di noi sguscia via dalla mente seriosa, applicata, un po’ noiosa, e reclama il proprio diritto al volo, non preoccupiamoci di non esser seri professionisti o concentrati uomini e donne d’affari. Immaginare non è infantile e non è neanche dispendio inutile di forze. È un’evasione corroborante, che spesso ci aiuta ad essere persone migliori e anche a fare cose migliori.

La mia cucina, nel frattempo, profuma di buono, l’apparecchiatura è piena di colori e allegria, mentre porto in tavola spiedini di suino alla Circe e i gustosi, imperdibili, vol-au-vent di Trilly.

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.