Da più parti e soprattutto da diversi esponenti politici locali, siano essi amministratori o semplici dirigenti di partito e/o di movimenti, appartenenti ai partiti che compongono la coalizione di governo, quali PD/NCD e cespugli vari, da un lato, che da coloro i quali fanno una finta opposizione, ma poi votano tutto, come FI, Fratelli d’Italia, ex PDL per intenderci, e cespugli vari, si è elevato alto l’urlo in questi giorni contro le trivellazioni nello Jonio. E’ chiaro che la contraddizione che emerge è un pugno negli occhi per l’elettore attento, pochi a dire il vero, che si chiedono: come fanno costoro a manifestare a Corigliano contro le trivellazioni del mare Jonio, a tal proposito mi preme ricordare che sabato 28 marzo p.v., è stata indetta una marcia, da movimenti civici e cittadini liberi e indignati, che parte dal parco periurbano “Fabiana Luzzi”, a cui noi di Rifondazione Comunista partecipiamo con convinzione, e poi portano i voti a quei partiti, di cui sopra, che a Roma, con quello sciagurato deliberato, meglio noto come “Sblocca Italia”, hanno autorizzato le suddette trivellazioni, in tutto il territorio italiano? Il grande pubblico, infatti, probabilmente non sa che ci sono
concessioni petrolifere, metanifere e stoccanti, sparse su tutto il territorio nazionale: dalla laguna veneta ai vigneti d’Abruzzo, dai frutteti di Oristano alle colline toscane, dalle isole Tremiti alle risaie di Vercelli, dal cuore dell’Emilia terremotata di recente, l’ultimo evento sismico di rilievo risale, infatti, al maggio 2012 e che eminenti studiosi della terra associano proprio alle trivellazioni effettuate in quei territori, per progetti di ricerca di idrocarburi, fino al nostro mare Jonio. Il PRC, insieme al Movimento No Triv Calabria, sono anni che è impegnato in battaglie di civiltà quale quella delle trivellazioni dello Jonio e ci fa piacere che ora in tanti si siano svegliati dal torpore in cui versa la nostra martoriata Calabria, terra di grandi ricchezze e potenzialità tutt’ora inespresse, che solo per citarne alcune spaziano da quelle a vocazione agricola e di qualità, a quelle storico-archeologiche, ambientali e turistiche, culla di cultura e tradizioni millenarie. Circondata da 800 chilometri di costa, dove la pesca ed il turismo avrebbero dovuto farla da padroni, da qualcuno definita in un recente passato come la California d’Italia. Invece, non accade nulla di tutto questo, ci si ricorda di noi figli di un Dio minore solo quando c’è da stoccare rifiuti nei nostri porti o piuttosto che aprire nuove discariche. Prendiamo atto, tuttavia, non per rivendicare primogeniture di bassa lega, ma per sottolineare che la preoccupazione per dinamiche politiche malsane e pericolose per le popolazioni residenti e calate dall’alto nei territori, si è insinuata anche da noi. Pertanto, invitiamo tutti coloro che a vario titolo occupano spazi di rappresentanza democratica, in partiti politici o Istituzioni e democraticamente eletti, a dimettersi da ogni incarico se il governo Renzi/Alfano non dovesse ritirare lo scellerato decreto sblocca Italia. A tal proposito noi di Rifondazione Comunista, abbiamo deciso di indire una Conferenza di Organizzazione del Partito, per giovedì 26 marzo p.v., alle ore 18,00, nei locali dello Chalet delle Rose, sito in via provinciale, di fronte al parco periurbano, entro la quale aprire un dibattito pubblico sul tema delle trivellazioni nel mare Jonio. All’iniziativa sarà presente il compagno Salvatore Belfiore, portavoce regionale del movimento No Triv Calabria.
Antonio Gorgoglione (Segretario cittadino PRC-SE)