La questione sociale è un nodo cruciale per una società in continua evoluzione, che deve essere affrontata non perdendo mai di vista le esigenze di chiunque vive il nostro tempo. A Rossano, poi, che negli anni, grazie soprattutto all’iniziativa dei privati, si è sviluppata una vasta e fitta catena solidale, è quanto mai necessario andare a scandagliare e verificare lo stato di vita e di benessere delle diverse categorie sociali: dai bambini agli anziani, passando per il complesso mondo della disabilità. Siamo sicuri che i tanti contenitori del terzo settore sviluppatisi negli ultimi decenni nella nostra comunità proprio per erogare servizi, siano essi organi di volontariato piuttosto che vere e proprie strutture sanitarie, siano in grado di soddisfare le esigenze e lo stato di benessere degli assistiti? È, questa,
la questione che pone, in prima istanza, alle Istituzioni cittadine e agli Enti preposti all’erogazione dei servizi assistenziali
Mirko Sapia, giovane manager nel settore socio-sanitario e
direttore della casa di accoglienza per anziani “Teniamoci Stretti”, operante in Via Acqua di Vale nel Centro storico. Ricorderemo questi anni – dichiara
Sapia - come quelli caratterizzati dalla rivoluzione islamica, dalla grande migrazione dei popoli e dai maltrattamenti alle persone. Sono queste le realtà quotidiane che riempiono i nostri giorni e di cui sentiamo parlare correntemente sui mass media e sui social. È questo quello a cui è stato abituata a vivere la generazione dei giovani d’oggi. Senza dubbio, una triste realtà che fa riflettere e rabbrividire. È il tempo della competizione spietata, dove l’interesse personale prevarica a tutti i costi sui bisogni della collettività. E a pagarne le peggiori conseguenze sono sempre i più bisognosi e chi per forza di cose si trova ai perimetri della società: i bambini e gli anziani, su tutti. Insomma, l'inizio e la fine del percorso della vita. In questa situazione di oggettiva crisi sociale, ovviamente – denuncia il
direttore del Centro “Teniamoci Stretti” – non mancano gli sciacalli e le iene, pronte a fiutare “l’affare”, a fiondarsi sui bisognosi finendo poi per compiere orribili soprusi ai danni degli indifesi. Tant’è che chi dovrebbe garantire sicurezza, ospitalità ed aiuto alle famiglie, che per i mille impegni non riescono ad occuparsi dei propri grandi e piccoli cari, trasformano questo servizio in un incubo per chi lo vive. Anziani impauriti, bambini traumatizzati, famiglie segnate dallo shock subito dai propri cari. Sono, queste, piaghe sociali che bisogna rimarginare. È un male – sottolinea
Mirko Sapia - che va stanato, denunciato, estirpato e punito. Un vero e proprio crimine contro i sofferenti e i bisognosi. Certo, qualche grillo parlante, con malizia, potrebbe incutere ogni tipo di sospetto su questa denuncia. Ma in tutta sincerità, non preoccupano le logiche di mercato, che, soprattutto in questo campo, sarebbero fini a se stesse se non accompagnate da una forte coscienza sociale. A preoccupare è e sarà sempre la centralità dell'uomo che lentamente viene meno lasciando spazio al solo business, privo di sentimenti ed empatia. Il mio appello, allora, - aggiunge - alle Istituzioni locali e agli organi competenti affinché vigilino, con attenzione e oggettività, sui servizi elargiti dalle strutture private che operano nel Terzo settore. Affinché si valuti l’operato di tutte le strutture sociali ponendo come elemento prioritario di valore la qualità della vita e la soddisfazione degli utenti e delle loro famiglie. In ballo ci sono vite umane, c’è il futuro ma soprattutto il delicato compito di tutelare la memoria e l’identità della nostra società. Che è rappresentata dagli anziani ma anche da quanti sono stati costretti dalla vita ad affrontare un tramonto nella solitudine