di DAMIANO MONTESANTO Nel Basso Jonio-Sila Greca, si registra una nutrita comunità di immigrati in modo particolare a Cariati, da sempre terra di accoglienza e integrazione di migranti. Stando ai numeri nel comune di Cariati ci sono
401 europei comunitari e 164 extra-comunitari, di cui il 90% appartenenti alla comunità marocchina. Nelle liste elettorali del comune sono iscritti come votanti 159 persone di cui 135 rumeni e 24 appartenenti ad altri paesi europei. Si tratta di numeri ufficiali che indicano solo una parte della reale presenza.
La prima comunità in ordine di tempo è quella marocchina, stanziatasi in loco da decenni. Dedita principalmente al piccolo
commercio ambulante, oggi è diventata stanziale tanto che i figli della seconda generazione frequentano le scuole e già si contano i primi diplomati e laureati nelle università italiane. “È una comunità che fa registrare i primi matrimoni misti e, accanto gli anziani che mantengono vive cultura e tradizioni, ci sono i giovani perfettamente integrati il cui rischio, forse, è quello di dimenticare cultura, lingua e tradizioni arabe, se non adeguatamente sostenute,” dichiara
Badri Amine, 24 anni, che frequenta la specialistica alla Sapienza di Roma, dopo avere conseguito, presso la stessa Università, la laurea in scienze del Turismo. Questa trasformazione ha avuto effetti anche nello stile di vita e nella ricerca di un lavoro al punto che non mancano i magrebini impiegati nell’edilizia e nell’agricoltura, anche perché
sul mercato del lavoro, soprattutto nero, costano molto meno degli altri. La comunità di gran lunga la più numerosa presente nel territorio, è senza dubbio quella rumena. Dopo Shengen si è assistito ad un vero e proprio boom migratorio che ha colmato i vuoti determinati dall’emigrazione storica dei locali verso i paesi del centro Europa. Si tratta di una comunità molto variegata, proveniente dai diversi ceppi, che trova ancora qualche difficoltà di inserimento sociale dovuta al costume e modo di vivere. Non trattandosi di extra comunitari, hanno facile accesso ad entrare nel mondo del lavoro, soprattutto
in agricoltura e edilizia, grazie ai bassi salari e all’orario di lavoro. Nelle campagne, ormai,è prevalente la loro presenza , sia a livello stagionale che continuativo. L’orto-frutticolo e la lavorazione dei prodotti da serra è ormai appannaggio dei rumeni e degli appartenenti ad altre comunità. Il settore nel quale si registra una presenza quasi unica dell’elemento cosiddetto “straniero”, è quello dell’assistenza alle persone anziane, diventato un’attività economica vera e propria, anzi la più importante. Non v’è casa, in cui sia presente un anziano bisognevole di assistenza, che sfugga a questa norma.
Il fatturato economico che gira in questa economia, per gran parte sommersa, è di una certa entità. In genere un bracciante immigrato guadagna 30 euro a giornata, mentre le donne che accudiscono gli anziani guadagnano, sui 500/600 euro al mese. Tutto rigorosamente in nero, anche quelli regolarmente assunti, ai quali si fa firmare una basta paga non veritiera. Se rapportato ai parametri economici delle terre d’origine, anche qualche centinaio di euro di risparmio diventano cifre importanti: bastano poche migliaia di euro per comprare o costruire una casa. Lo dimostrano le rimesse verso i paesi d’origine, i frequenti viaggi di rientro per verificare la corretta utilizzazione dei risparmi inviati, o la costruzione di una nuova e più adeguata abitazione, per il rientro definitivo : ricongiungersi agli affetti lasciati e acquisire un tenore di vita dignitoso, rappresenta la loro più grande aspirazione.
Altre comunità presenti sono quella cinese e quella russa . Quest’ultima, a differenza delle altre, esplica una intensa attività culturale nei confronti dei propri aderenti, per tenere salde cultura e tradizioni, anche attraverso convegni, mostre e rappresentazioni, corsi di lingua e storia. Sparsa sul territorio del Basso Jonio, si concentra in particolare nel comune di Mandatoriccio che, insieme a Cariati, registra il maggior numero di presenze sul territorio.
La comunità cinese, al contrario, sta monopolizzando il piccolo commercio a posto fisso con l’apertura di vari negozi all’interno dei quali si rilascia sempre lo scontrino e si trova anche mano d’opera locale.