Basta immobilismo, in città ora come non mai, dopo la pandemia di Coronavirus, dev’essere tempo di rinnovamento. È questo il pensiero del referente cittadino dell’Unione di Centro, Michele Guerrieri. L’analisi politica dell’esponente dello scudo crociato parte dal generale per poi tendere al particolare. «L'Udc in Calabria ed in tutto il Sud – dice Guerrieri – gode di buona salute. Da sempre sono regioni legate alle tradizioni, ai valori, al cattolicesimo democratico. Il sette per cento raggiunto qualche mese alla competizione elettorale fa ci da forza, ma è solo il dato da cui ripartire, a riguardo, dopo Corigliano-Rossano, anche a Cassano formeremo un gruppo libero e legato agli ideali del nostro partito. Conosco bene l’Unione di Centro perché ho avuto l’onore di lavorare con il segretario nazionale Cesa e sono contento di ritorni importanti nella nostra provincia. Sono molto felice di aver sostenuto Graziano e che sia stato eletto, essendo l’unico consigliere regionale della Sibaritide, che oltre all’esperienza, è dotato di competenza e grande capacità di ascolto della società». Per l’udiccino tutti, soprattutto i giovani, dovrebbero credere più in loro stessi ed il nostro partito è uno dei pochissimi che da collegialità nelle scelte, aperto al confronto libero e costante, che mette al centro della proposta politica le idee della base e dei nuovi dirigenti che decideranno di rientrare nel progetto moderato, cristiano, liberale, conservatore. «Per Cassano – insiste – c’è tanta voglia di lavorare, i disservizi e la mancata programmazione sono bastoni fra le ruote per lo sviluppo e la crescita del nostro territorio. Le adesioni che stanno arrivando manifestano la sensibilità di un cambiamento vero, non solo sbandierato. Serve rinnovamento, non solo anagrafico. L’immobilismo della politica cassanese non porta nulla di buono alla nostra città, bisogna aprirsi ai corpi intermedi, alle associazioni ed alla società civile». Un intervento, quello di Guerrieri, che potrebbe riaccendere un dibattito politico sopito da ormai troppo tempo.
di Giovanni Belcampo