A un anno di distanza dalle lavorazioni della serie internazionale televisiva “Trust” diretta da Danny Boyle, ancora una volta la Sila si è trasformata in un set a cielo aperto per il nuovo lungometraggio del regista Gabriele Mainetti, dal titolo “Freaks Out”. Ieri, in occasione dell’ultimo giorno di lavorazione della prima fase prevista in Calabria, presso la stazione ferroviaria di Camigliatello i protagonisti della produzione, insieme ai rappresentanti della Regione Calabria, hanno incontrato il pubblico e la stampa. Ad accompagnare il regista e produttore Gabriele Mainetti, il produttore Andrea Occhipinti, l’Assessore regionale alla Cultura Maria Francesca Corigliano, il Direttore Generale di Ferrovie della Calabria Giuseppe Lo Feudo e il Presidente della Calabria Film Commission Giuseppe Citrigno. Il presidente della Regione Mario Oliverio, giunto al termine della conferenza stampa per sopraggiunti impegni istituzionali, ha visitato il set in località Silvana Mansio e ha incontrato il regista Gabriele Mainetti e il produttore della Lucky Red, Andrea Occhiponti. “Finalmente si sta riscoprendo il fascino e la bellezza delle nostre location. La Calabria più di altre regioni si presta a essere luogo deputato a set cinematografici – commenta il presidente Oliverio – in questo caso protagonisti sono stati il Parco della Sila, Camigliatello Silano e il treno a vapore che abbiamo letteralmente rimesso in pista in questi ultimi anni. Oggi, rilanciamo l’attività cinematografica nella nostra regione grazie alla Fondazione Calabria Film Commission. Un utile strumento che abbiamo risanato e a cui abbiamo dato nuovo impulso. Capace di creare indotto, offrendo opportunità di lavoro alle nostre giovani maestranze professionalizzate. Fondamentale, inoltre – conclude Oliverio- la capacità della Fondazione di veicolare e proiettare un’immagine positiva e giusta della nostra terra attraverso il cinema nazionale e internazionale. Si tratta di una grande opportunità per la crescita culturale ed economica del nostro territorio”. “L’operazione Calabria Film Commission è decisamente riuscita – afferma in conferenza stampa l’assessore Corigliano – lo dimostra quest’ultima importante produzione internazionale che ha scelto le nostre location come set della seconda opera firmata da Gabriele Mainetti”. “Per noi è una grande successo essere riusciti a portare nella nostra terra Gabriele Mainetti reduce dal successo internazionale di “Lo chiamavano Jeeg Robot” – commenta il presidente della Calabria Film Commission Citrigno – una produzione ambita e attesissima e che ha scelto la nostra regione come set di un film storico dal’eco mediatico internazionale”.
MAINETTI: SILA LOCATION PERFETTA PER IL MIO FILM
“Dopo una ricerca estesa e un lungo lavoro di scouting, sull’intero territorio nazionale, abbiamo individuato la Sila e questo suggestivo trenino d’epoca. Per me la Sila vince su tutto – dichiara il regista Mainetti- un luogo fortemente cinematografico. Il percorso del treno della Sila e la vegetazione che lo avvolge mi è sembrato perfetto per l’ambientazione del mio film. Questa volta mi misuro con una storia ambientata nel 1943, in pieno secondo conflitto mondiale. Mi interessa raccontare questo periodo, utilizzando una commistione di generi. La follia del nazismo di creare una razza omologata e superiore quando invece è nella diversità che si trova l’identità. Sento che questo sia il tema da affrontare ora, legato ai nostri tempi”. Il progetto, sostenuto dalla Regione Calabria e dalla Calabria Film Commission, vede il coinvolgimento di numerose maestranze localie la valorizzazione, oltre che del tipico “Treno della Sila”, dei territori dei comuni di Spezzano della Sila(Camigliatello Silano) e i Casali del Manco (località Tre Pini).
FREAKS OUT
Matilde, Cencio, Fulvio e Mario sono come fratelli quando il dramma della seconda guerra mondiale travolge Roma. Siamo nel ‘43, nel pieno del conflitto, e la città eterna ospita il circo in cui lavorano. Israel, il proprietario e loro padre putativo, scompare nel tentativo di aprire una via di fuga per tutti loro oltre oceano. I nostri quattro protagonisti sono allo sbando. Senza qualcuno che li assista ma, soprattutto, senza il circo, hanno smarrito la loro collocazione sociale e si sentono solo dei fenomeni da baraccone, “a piede libero” in una città in guerra.
Francesca Russo