Presso il Tribunale di Cosenza, su richiesta dalla locale Procura, nei confronti di
una badante 52enne rumena, per i reati di lesioni personali aggravate, sequestro di persona, minaccia continuata, furto aggravato, tentata estorsione e maltrattamenti nei confronti di persona convivente. Il provvedimento scaturisce da una celere ed accurata indagine svolta dai militari operanti che ricostruisce un’agghiacciante storia di maltrattamenti e soprusi ai danni di un anziano 82enne, solo ed indifeso, affetto da gravi problemi di salute. L’attività dei carabinieri ha avuto inizio la mattina dello scorso 22 novembre, quando una donna di origini bulgare ha segnalato, presso gli uffici della Caserma P. Grippo, di aver appreso da terze persone che un anziano era tenuto segregato all’interno di un appartamento sito in via della Repubblica. Immediatamente, i militari si sono recati presso l’abitazione indicata al fine di verificare la veridicità di quanto sostenuto. Al loro ingresso, gli stessi trovavano l’anziano disteso su un lettino di fortuna posizionato in un angolo angusto della cucina, il quale alla vista del personale in divisa, con grande commozione, esclamava
“Che dio vi aiuti, siete venuti a salvarmi!”. Da quelle parole, esternate con profonda riconoscenza e sollievo, l’uomo ha iniziato il suo triste racconto, riferendo le angherie ed i soprusi che è stato costretto a subire nell’ultimo mese, quando, a seguito di una caduta e privo di assistenza, era stato accompagnato a casa di quella che sarebbe dovuta essere la sua badante. Nello specifico, denunciava che la donna con continue minacce e vessazioni, gli usava violenza fisica e verbale, proferendo ai suoi danni parole ingiuriose, sputandogli in viso, picchiandolo con pugni in testa e schiaffi violenti sul viso. In particolare, il 20 novembre lo aveva picchiato in faccia con gli anelli, provocando una copiosa fuoriuscita di sangue ed al contempo lo aveva minacciato di morte con un coltello, dicendogli di stare zitto altrimenti lo avrebbe rinchiuso in un manicomio. La donna, inoltre, si era anche impossessata del suo bancomat e relativo codice PIN da cui aveva prelevato, indebitamente, somme per un complessivo di 3.500,00 Euro, e pretendeva per la sua restituzione la consegna di una somma di 5.000,00 Euro in contanti. Per tutto il periodo in cui è stato segregato, all’uomo veniva dato pochissimo da mangiare, l’indispensabile per la sua sopravvivenza. L’anziano, dopo l’intervento dei Carabinieri dello 22 novembre, è stato affidato alle cure di una famiglia cosentina. Il consistente sforzo dei militari della Stazione CC di Cosenza nella conduzione delle indagini, in brevissimo tempo, coordinati dalla Procura della Repubblica di Cosenza, ha dunque portato a delineare un quadro indiziario molto chiaro che ha consentito di ricostruire sapientemente lo stato di avvilimento e disagio in cui l’anziano era stato costretto a vivere, ed al tempo stesso evidenziare come la condotta della donna fosse connotata da particolare pericolosità. I numerosi riscontri ed elementi di prova raccolti dai Carabinieri nel corso delle indagini sono stati pienamente condivisi dall’Autorità Giudiziaria e hanno consentito l’emissione, nei confronti della donna, di un provvedimento che, tenendo conto dei precedenti penali della stessa, ha disposto l’applicazione della misura coercitiva degli arresti domiciliari con divieto di comunicare con terzi sia personalmente che telefonicamente/telematicamente.