di SERAFINO CARUSO Apprendere che il segretario regionale del Partito Democratico 
Ernesto Magorno voglia decidere le sorti amministrative di 
Rossano non sappiamo se ci faccia più piangere o ridere. Il deputato non è nuovo a sortite del genere. Già qualche mese addietro aveva lanciato un monito al Sindaco 
Stefano Mascaro. Adesso parla di "
esperienza amministrativa finita". Da segretario di un partito di maggioranza può certamente dire la sua. Ma da qui a sentenziare la fine di un'amministrazione ve ne corre. 
MAGORNO E I MAL DI PANCIA NEL PD 
 Il Partito Democratico a Rossano può contare su 
quattro consiglieri comunali e 
due assessori. 
Aldo Zagarese, vice-Sindaco, e 
Nicola Candiano in giunta. Il capogruppo consiliare è 
Antonio Micciullo. Poi ci sono 
Teodoro Calabrò, 
Enza Curia e 
Daniela Topazio. Ricordiamo che 
Titti Scorza è passata nel gruppo misto. Un partito con diversi problemi. L'ultimo congresso cittadino lo dimostra. I mal di pancia sono tutti interni. Magorno vuole incontrare Mascaro e il gruppo del Pd prima di venerdì, quando in aula si voterà il bilancio. Una verifica interna dalla quale può scaturire una frattura insanabile o il prosieguo di quel fragile patto amministrativo che ha meno di un anno di vita. 
Qualcuno vuole entrare in giunta. Ormai è chiaro. Ma due assessorati (Candiano è uomo di fiducia dello stesso Mascaro) per il Pd sono il giusto riconoscimento per quanto raccolto, in termini di voti, alle ultime amministrative. Allora a cosa punta Magorno? A far cambiare gli assessori? Per quale motivo? Si faccia chiarezza. E non solo al chiuso di quattro mura. Qui è in gioco il 
futuro di una città. I giochini di potere non devono ostacolare il cammino dell'amministrazione. 
SOTTO SCACCO DEI RICATTI POLITICI. LA CITTÀ NE PAGA LE CONSEGUENZE
 Se da una parte Mascaro deve fare i conti con il movimento 
"Il Coraggio di Cambiare" del Consigliere regionale Giuseppe Graziano (partito di maggioranza relativa e con un solo assessore in giunta), dall'altro c'è la spina, pungente e velenosa, delle 
rivendicazioni personali. Magorno, prima di annunciare o far capire che l'amministrazione Mascaro sia giunta al capolinea, farebbe bene a conoscere la realtà socio-economica di questo territorio. 
Disoccupazione altissima. Cittadini esasperati per la 
mancanza totale di servizi. Ad iniziare dalla 
sanità. Magorno, invece di pensare ai posti in giunta per i suoi sodali, pensi al pronto soccorso di Rossano, ad esempio. Che ormai ha le sembianze di un lazzaretto. Allo Spoke Corigliano-Rossano, con reparti al collasso e senza personale. Non è forse dello stesso partito del Governatore della Regione e del Presidente del Consiglio del Governo nazionale? Pensi a 
un'imprenditoria che non investe più. Perché oberata di tasse e perché la paura sta attanagliando tutti. Si dedichi alla vicenda
 Enel. E, con essa, tutto l'indotto rappresentato dai vari settori artigianali. A un 
turismo che non decolla. Alle 
infrastrutture azzerate o inesistenti: treni cancellati, ferrovia jonica e statale 106 fatiscenti, collegamenti con Lamezia e Crotone carenti. 
SI DECIDA UNA VOLTA PER TUTTE COSA SI VUOLE FARE
 Nonostante l'impegno che 
Mascaro e la sua squadra di governo stanno mettendo per ridare slancio a una città (è stato
 trovato un disastro a livello economico e nella gestione del personale), c'è ancora qualcuno che pensa a interessi di bottega. Prima si capisce che è di fondamentale importanza intervenire nel rilancio della cosa pubblica, meglio è. Gli interessi personali e di partito devono venire dopo.