di MATTEO LAURIA Il riconoscimento del
CODEX PURPUREUS ROSSANENSIS quale
patrimonio universale dell’umanità, al di là dell’importanza, del valore e del significato notevole che viene attribuito all’Evangeliario, è da considerare una opportunità straordinaria da cogliere con estremo entusiasmo. Quasi una sfida con noi stessi e su cosa siamo capaci di fare sotto il profilo della gestione di un evento i cui effetti potrebbero tradursi in vetrina internazionale non solo per la città di Rossano, ma per tutto il comprensorio e la Calabria intera. Per queste ragioni è opportuno sin da subito dare vita a una sinergia tra istituzioni ecclesiali, organi dello Stato, enti locali. Coinvolgere i sindaci del territorio, la Provincia di Cosenza, la Regione, e tutti i soggetti abilitati a concorrere nella elaborazione di una proposta di
marketing turistico, partendo dalla introduzione del CODEX nei circuiti di promozione dell’offerta integrata dei siti
UNESCO. Di certo, da questo momento in poi, senza nulla togliere a quanto sinora è stato fatto, è necessario cambiare modalità di approccio a uno dei settori trainanti (almeno sulla carta) dell’economia comprensoriale. Tale riconoscimento impone un’organizzazione a monte di diversa portata e natura. Occorre quindi stravolgere il sistema attuale: dai collegamenti, alla qualità dei servizi, a un processo di professionalizzazione in tutti i settori commerciali. Ridurre pertanto i livelli di approssimazione, e industriarsi nella capacità di accoglienza e di ospitalità. Basta con i disservizi: dalla mobilità pubblica urbana ed extraurbana, all’idea di aprire il patrimonio artistico-culturale dei nostri centri a tutti, renderli più accessibili, possibilmente “senza lucchetto”. La formula delle “chiese aperte” deve essere un imperativo categorico. L’istituzione di navette dai punti nevralgici d’arrivo ai musei, chiese, siti archeologici, etc. etc., deve rientrare nel pacchetto di intervento della fase post UNESCO. Insomma attorno al “Codex“ bisogna strutturare itinerari storici, artistici e culturali, in grado di accogliere la mole di turismo nazionale e internazionale cui il territorio sarà destinatario. Allo stato, è indubbio, siamo impreparati. Anche perché la notizia è giunta come un fulmine a ciel sereno. La delega al turismo dunque, per ogni singolo comune del comprensorio cambia pelle. Non può essere più ritenuto un assessorato a cui affidare modeste poste di bilancio, come spesso accade anche in comuni importanti, del tutto insoddisfacenti alle richieste di settore. Un ruolo di non poco conto lo svolge l’imprenditoria privata che può concorrere a supporto di un’idea pubblica, lavorando in sinergia. Dalla pianificazione promozionale del marchio UNESCO – “ROSSANO CITTA’ DEL CODEX” ai servizi di trasporto pubblico, alle guide, alle attività di ristorazione e/o di pernottamento, all’enogastronomia, all’artigianato, alla promozione di veri e propri talenti presenti nel modo dell’arte e che spesso pagano lo scotto di vivere in posti ritenuti di periferia. È un mondo che cambia. Ad oggi, chiunque si reca a Rossano, soprattutto nel centro storico, in alcune fasce orarie troverà una città fantasma: bar, ristoranti, negozi di souvenir, serrati. Talvolta non si trova neanche un posto per comprare un panino. Così non può continuare. Deve cambiare la mentalità. Urge realizzare un indotto attorno al museo diocesano che oltre a rispondere alle esigenze dei visitatori, muove economia e produce occupazione. Si possono immaginare, come accade altrove, la realizzazione di insediamenti di servizio (bar, ristoranti tipici e di qualità, wine pub, agenzie con guide turistiche itineranti, agenzia di viaggio), e di socializzazione urbana con di punti di ritrovo. È un investimento complessivo di non poco conto e gli affari andrebbero a gonfie vele. E dove c’è fiuto di denaro l’indole dello speculatore rischia di prendere il sopravvento. L’appello è rivolto ai proprietari di immobili ricadenti nelle zone di interesse: evitiamo i maxi affitti con cifre da capogiro e apriamo al futuro dei giovani nell’interesse precipuo della città. Capitolo a parte merita la formazione che dovrà essere un elemento di punta: per i traduttori di lingua estera potrebbe essere il momento giusto. Puntare poi su un processo di scolarizzazione delle future maestranze. Su Rossano e Castrovillari insistono da anni sezioni dell’alberghiero, il cui tasso di presenze purtroppo è piuttosto limitato. E qualche classe è vicina alla soppressione. Ora è l’occasione per rilanciare e integrare la scuola creando i canali adeguati alla canalizzazione degli studenti nel mondo del lavoro. In questo l’assessorato al turismo in sinergia con la pubblica amministrazione può fare tanto. In questa direzione si muove anche la riforma della “buona scuola” che prevede obbligatoriamente l’alternanza scuola-lavoro per le classi terminali. Tutta la tematica, dunque, richiede impegno, abnegazione, voglia di fare ma, soprattutto, di cambiare. Non è semplice, ma neanche impossibile. In altre realtà tutto questo avviene da anni. La sfida è proporsi al mondo, ma con originalità, evitando di scopiazzare come spesso accade. Non c’è bisogno. Le capacità, le intelligenze, le professionalità ci sono. D’altronde ogni iniziativa deve essere calata nel territorio in cui si vive, che ha quindi usi, costumi e abitudini, diversi. Uniformarsi alla propria identità è la MISSION portante dell’operazione di rilancio cui l’intero territorio è chiamato. Se le amministrazioni pubbliche, le istituzioni locali ed ecclesiali, non saranno in grado di realizzare tutto ciò, allora con grande senso di responsabilità ma, soprattutto, umiltà, l’intera gestione del Codex la si conceda a privati o a imprenditori capaci di rilanciare il prezioso manoscritto più di quanto non sia in grado di fare il pubblico.