«Le patatine al posto degli scoratelli?!». Corigliano-Rossano nella comunicazione perde la sua identità
La provocazione di Monica Madeo agli uffici e agli amministratori sulla serie-spot istituzionale promossa dal comune di Corigliano-Rossano
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Riceviamo e pubblichiamo la riflessione di Monica Madeo, una professionista di Corigliano-Rossano che nei mesi scorsi ha partecipato ad un corso di "Marketing territoriale e promozione del territorio", promosso da Federimprese Calabria. E da buona studentessa e cittadina attiva, oggi lancia al Comune, agli uffici e agli amministratori, alcune provocazioni rispetto ad una serie-spot istituzionale di promozione del territorio che da qualche tempo circola in rete e che - a detta della Madeo - evidenzierebbero profonde discrasie nella costruzione di uno storytelling efficace della Città. «Come ex studentessa del corso in “Marketing Territoriale e promozione del territorio”, promosso da Federimprese Calabria, al quale insieme ad altri corsisti ho partecipato l’anno scorso, sono interessata a conoscere cosa pensano ad esempio i docenti che si sono alternati in quel corso e che hanno contribuito alla nostra formazione, indicandoci contenuti e metodi precisi. A noi corsisti sono state trasmesse, infatti, le adeguate conoscenze nell’ambito della promozione del territorio e delle diverse strategie di marketing territoriale. Abbiamo appreso nozioni per la costruzione di uno storytelling efficace, scoperto l’utilizzo appropriato dei cosiddetti MID (marcatori identitari distintivi) intesi come il “DNA” di un territorio perché appunto ne costituiscono i tratti distintivi ed unici. Nella visione del video in questione, diffuso sui canali social istituzionali dall’ufficio (stampa o turismo?) del comune non ho riscontrato quella strategia comunicativa efficace che invece avrebbe dovuto rappresentare il fiore all’occhiello di tutto il lavoro della messa in opera di quello che sarebbe dovuto essere uno strumento di promozione turistica. Solitamente non critico l’operato altrui perché è sempre frutto di sacrifici e creatività, ma in questo caso non capisco l’utilità del pacco di patatine che viene utilizzato alla fine del clip. Innanzitutto viene messa in discussione l’educazione alimentare dei bambini, poi non si tiene conto delle regole anti Covid-19 (in questo caso l’uso promiscuo di alimenti) e poi se proprio i piccoli attori dovevano mangiare qualcosa, sarebbe stato meglio dare loro un gustoso prodotto locale: una bella scoratella fumante, un tarallino rustico, un frutto di stagione, una salutare radice di liquirizia! Tutto tranne che le patatine imbustate commerciali che nulla hanno a che vedere con la promozione di questo territorio che è ricco anche e soprattutto di identità enogastronomica, con la quale può e deve distinguere e competere, così come ci hanno insegnato al corso nel quale abbiamo creduto ed investito tempo, energie, speranze e progetti. La classica patatina imbustata “San Carlo”, nella mani di due bambini con alle spalle la Torre dell’Orologio, sinceramente non riesco a mandarla giù, a meno che non sia proprio la patatina quella che doveva essere pubblicizzata e non il meglio di questo territorio. Mi auguro che nei prossimi video istituzionali sia meglio interpretata l’essenza autentica dell’identità territoriale della terza città della Calabria! Grazie della vostra ospitalità - Monica Madeo».
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