2 ore fa:Cosa si dice nella Calabria del nord-est: una settimana di notizie
21 ore fa:Cimitero Cassano: Papasso preoccupato delle condizioni di alcune aree
19 ore fa:Vaccarizzo Albanese fa un bilancio degli ultimi 10 anni: «25mln di investimenti in identità e servizi»
18 ore fa:Chi ostacola il progresso genererà la desertificazione sociale di questo territorio
23 minuti fa:Finali Provinciali del Campionato di Volley Serie 3: un’epica giornata di sport
19 ore fa:La resilienza delle periferie: «Occorrono servizi e nuove opere altrimenti sarà il baratro»
17 ore fa:Calabria Film Commission a Corigliano-Rossano, Straface: «Faremo della città un set cinematografico»
21 ore fa:Straface: «Stasi porta avanti la campagna elettorale con i soldi dei cittadini»
18 ore fa:La Vignetta dell'Eco
3 ore fa:Auto a fuoco nel cuore di Schiavonea. Si sospetta la matrice dolosa

La fusione c'è, adesso manca solo la firma delle due popolazioni

2 minuti di lettura
di MARTINA FORCINITI La fusione c’è. Perlomeno quella d’intenti. C’è anche quel famoso pezzo di carta, formale e ben redatto, che è poi la delibera che spiana la strada all’attivazione del referendum consultivo sulla nascita del comune unico Corigliano-Rossano. Adesso mancherebbe solo la firma vergata a pennarello dalle popolazioni. Già, perché, dopo l’attesissima approvazione da parte del consiglio comunale coriglianese dell’atto d’impulso, non siamo neanche a metà del tragitto che potrebbe condurre i cittadini sibariti alla nuova consapevolezza di poter contare sul serio. Dentro e fuori le alte mura di casa. Così, educare le menti alla bontà dell’autogestione – davvero possibile con l’unione giuridica e istituzionale delle due cittadinanze – resta in cima alla lista delle priorità. Mentre l’iter procedurale e le sue lungaggini seguono il proprio corso. «La delibera ora è pronta per essere spedita al Presidente della Giunta regionale Oliverio – ci spiega Enrico Iemboli, membro del Comitato delle 100 Associazioni per la fusione di Corigliano e Rossano – e solo lui dopo averla esaminata potrà stilare un decreto per l’indizione di un referendum popolare a spese della Regione. Puntare a tenere alta la partecipazione e raggiungere la soglia non dovrebbe essere poi così difficile: il quorum, come stabilito dal nostro statuto regionale, sarà fissato al 30% e non al 50% più uno dei votanti. E se la consultazione dovesse essere positiva, i consigli comunali saranno nuovamente chiamati a recepire l’espressione favorevole e a prenderne atto. Che poi è una formalità. Prima che scatti la fase progettuale, con associazioni di categoria, professionisti e uffici interessati chiamati a esprimere il proprio parere, ognuno nelle proprie competenze. Insieme agli amministratori, tutti gli attori sociali produrranno una sintesi, stilando un progetto della città che sarà. Sullo sfondo, poi, i tanti e non troppo ipotetici vantaggi. Economici, in primis, con il 20% dei finanziamenti in più, per dieci anni, previsti dalla legge ordinaria; l’opportunità di assumere a tempo indeterminato tutto il personale necessario, grazie alla deroga sul turn over, e di spendere tutto ciò che si ha in cassa; la precedenza assoluta nell’accesso ai finanziamenti regionali e nazionali. C’è di più: la possibilità di godere dell’esclusione dal Patto di stabilità interno. Quindi, benefici raddoppiati. Ma a scaldare il fronte è più l’aspetto politico prima che tecnico. Perché con il nuovo modello di governance ascrivibile nel perimetro di riforma istituzionale definito dalla Legge Delrio – continua Iemboli – nell’ottica dell’abolizione delle Province e della nascita delle Aree Vaste, la nuova città fusa avrebbe i requisiti per diventare essa stessa un’Area Vasta. E contare, nei confronti istituzionali, alla pari delle città capoluogo». E per un territorio immiserito da strumentalizzazionie scorrazzate truffaldine, questa potrebbe essere davvero l’occasione giusta – da cogliere al balzo – per cambiare volto. In un clima di vera unità.
Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.