Cosenza. Il giorno dopo la tragedia di Cosenza, a corso Telesio si respira ancora fumo, cenere e dolore. I vigili del fuoco hanno lavorato per tutta la notte e proseguono incessantemente anche in queste ore. Solo nella tarda mattinata di sabato è stato possibile recuperare i corpi delle tre persone morte venerdì pomeriggio nell'incendio di un appartamento nel palazzo Compagna su Corso Telesio, nel centro storico della città dei Bruzi. Dall'appartamento esce fumo e i vigili del fuoco, prima di poter intervenire per il recupero dei cadaveri hanno dovuto aspettare che ci fossero le condizioni di sicurezza per operare, in particolare che defluisse l'acqua usata per spegnere le fiamme che ha impregnato le strutture in legno dei solai dell'immobile. Le vittime sono Antonio Noce, del nipote Roberto Golia e della moglie di quest'ultimo, Serafina Speranza. I tre occupavano abusivamente l'appartamento da alcuni anni e vivevano in condizioni disagiate. Erano affetti da problemi mentali e in passato erano stati sottoposti a trattamento sanitario obbligatorio. Inoltre erano conosciuti dalle forze dell'ordine in quanto protagonisti di liti e risse dovute all'assunzione di alcool. Sull'incendio la Procura della Repubblica di Cosenza ha avviato un'inchiesta affidata al pm di turno Emanuela Greco, coordinata dal procuratore capo Mario Spagnuolo. La priorità dei vigili del fuoco, di polizia e carabinieri adesso è stata quella di recuperare i corpi dei tre carbonizzati assieme al loro cagnolino che aveva tentato - è il racconto di alcuni testimoni - la fuga disperata dal balcone. Adesso si cercherà di capire che cosa abbia procurato l'incendio e si valuteranno le condizioni di stabilità dell'edificio. Le fiamme hanno distrutto parte di Palazzo Compagna, residenza storica dei Ruggi D'Aragona. L'incendio ha devastato anche la storica biblioteca che custodiva libri e opere di inestimabile valore. Gli abitanti dei palazzi vicini sono stati portati via e ospitati in un albergo su disposizione del sindaco Mario Occhiuto che ha provveduto alla messa in sicurezza dei cittadini e ha proclamato il lutto cittadino per lunedì.
INCENDIO COSENZA: IN CENERE LE OPERE DEL FILOSOFO TELESIO
La prima stampa del "De rerum natura iuxta propria principia", l'opera più importante del filosofo Bernardino Telesio, è andata distrutta, insieme ad altre pergamene antiche, nell'incendio sviluppatosi venerdì in un edificio del centro storico di Cosenza in cui sono morte tre persone. Al quarto piano dello stabile, sopra l'appartamento incendiato, era ospitata la biblioteca della famiglia Bilotti Ruggi D'Aragona, che con le proprie donazioni ha consentito l'apertura del Mab, il Museo all'aperto Bilotti. La famigia Bilotti è proprietaria dello stabile e dell'attiguo palazzo Ruggi D'Aragona, comunicante con quello incendiato proprio attraverso il quarto piano. Distrutti anche manoscritti e pergamene originali di Telesio, Parrasio, Quattromani e Bernardino Bombini, oltre a 8 pergamene originali del '400 su Cosenza scritte in gotico. «La città perde tutto il suo patrimonio culturale. Parliamo di quadri, mobili, ma soprattutto dei manoscritti e delle pergamene originali di Telesio, Parrasio e Quattromani».
INCENDIO COSENZA: LA STORICA RESIDENZA RUGGI D'ARAGONA, PALAZZO OCCUPATO ABUSIVAMENTE
È ancora frastornato e addolorato Roberto Bilotti, proprietario della storica residenza Ruggi d'Aragona e del palazzo occupato abusivamente, nel centro storico di Cosenza. Il giovane era stato nella sua residenza venerdì pomeriggio e si era allontanato qualche minuto prima che scoppiasse l'incendio. «Se fossi rimasto forse avrei salvato qualche libro», ripeteva in continuazione. Il giorno dopo inizia la conta dei danni. «È stata - ha aggiunto - una tragedia annunciata, denunciata da otto anni, ma la giustizia non ha fatto nulla e oggi Cosenza piange tre vittime e perde 500 anni di storia. Da otto anni denuncio tutto. Ho chiesto la tutela del mio patrimonio, di cui mi sentivo custode, perché era il patrimonio dei cosentini, ma anche di queste tre persone che meritavano di essere protette e aiutate. Più volte ho denunciato l'accensione di fuochi all'interno dell'appartamento senza le dovute cautele, perché gli occupanti dovevano riscaldarsi, e segnalato tante situazioni di disagio, ma sono cadute nel vuoto. Oggi guardo questa scena apocalittica e non posso che piangere e dire che tutto ciò poteva essere evitato».
INCENDIO COSENZA: IL DOLORE DEL VESCOVO
L'arcivescovo di Cosenza-Bisignano, monsignor Francesco Nolè, appresa la notizia del terribile rogo che ha interessato un'abitazione del centro storico nel corso del quale hanno perso la vita Antonio, Roberto e Serafina, esprime la sua particolare vicinanza alla famiglia assicurando la sua preghiera e quella della Chiesa cosentina. «I tre che avevano contatto continuo con le strutture pastorali della Caritas e di Casa Nostra erano persone conosciute dagli operatori pastorali e nella vicina parrocchia della Cattedrale. Tali terribili eventi - prosegue una nota dell'Arcivescovo- evidenziano come la sicurezza deve essere al primo posto nelle abitazioni, soprattutto nel centro storico, e la Chiesa cosentina auspica che nelle situazioni di difficoltà le istituzioni insieme si adoperino in maniera preventiva, per quanto possibile, per la salute dei cittadini e la dignità delle famiglie. Dispiace anche che il patrimonio librario della storia di Cosenza legato ad alte personalità della filosofia sia andata distrutto per l'incendio che si è diffuso nelle case e nei palazzi vicini».
fonte Corriere della Calabria