ROSSANO – Una carriera fulgida, luminosa e densa di successi. Così si potrebbe riassumere, in estrema sintesi, la vita dedicata ai motori di Giuseppe Cirò. Da ormai 26 anni, il pilota rossanese fa parlare di se. Qualche addetto ai lavori non nasconde come il buon Giuseppe, probabilmente, avrebbe anche meritato di più, finanche la Formula Uno, ma per chi si approccia ai motori da queste latitudini, non è di certo facile. Cirò non si lamenta di quello che sarebbe potuto essere ed anzi, è estremamente soddisfatto per quanto vinto: Mondiali, Europei, tanti campionati italiani, in tutte le categorie, dai primi passi sui cart alla Formula Renault sino alle vittorie in Ferrari nel Granturismo. A maggio si riaccenderanno i motori e Cirò, per l’ennesima stagione rappresenterà la scuderia del Cavallino. Nonostante l’età – 38 anni – ed una carriera molto longeva rispetto alla media dei piloti, in vista della stagione che si appresta ad iniziare a maggio, Giuseppe si sente “molto carico anche perché sono consapevole che si tratta degli ultimi anni di carriera”. Già, una carriera ricca di soddisfazioni. “Le vittorie più belle? Sono tutte belle – spiega Cirò rammentando quello che è stato – ma non nego che ve ne sono alcune scolpite nella memoria come la prima vittoria del campionato Granturismo a 19 anni, il secondo posto al mondiale Ferrari Challenge, oppure l’ultimo europeo nel 2011 sempre con la Ferrari Gt”. Tantissime anche le singole gare vinte: “Una su tutte. Correvo in Formula Renault – racconta – ed una domenica mattina avevamo dei problemi che sembravano insormontabili. All’ultimo istante, prima che la gara saltasse, l’intervento di mio padre Aldo è stato decisivo”. [three_fifth]Per un ragazzo calabrese, approcciarsi ai motori non è semplice. “E’ vero – commenta Cirò – le difficoltà sono notevoli, partendo da quelle economiche e finendo a quelle logistiche. Gli sponsor non investono molto in questo sport al sud ed anche i manager credono poco in noi. Sponsor che comunque ci aiutano molto, come capita a me con Pasta Pirro”. Tra i ricordi più belli, Cirò serba quelli con la Ferrari. “Ovunque siamo andati – dice a L’Eco dello Jonio – dal Messico alla Cina, abbiamo sempre attirato migliaia di appassionati.[/three_fifth] [ads1] Ferrari ha un fascino tutto particolare, oltre ad essere il marchio più famoso al mondo. Non me ne vogliano in Bmw, Seat e Renault, ma come trattano un pilota in Ferrari, è tutta un’altra cosa”. Tra le nuove leve, Cirò indica il giovane pilota cariatese Antonio Fuoco: “E’ un talento innato, l’ho visto crescere, farà grandissime cose. E poi ha due manager importanti. A lui gli auguri di una carriera ricca di vittorie”.
Luca Latella