DI MARTINA CARUSO Dal lontano 1660, nel Cantone del Vallese, nel meraviglioso paesaggio delle Alpi Pennine, percorrendo il passaggio tra la Svizzera e l’Italia, in un luogo in cui i pellegrini sono la mercè dei briganti che rompono la quiete delle montagne, scorse una
meravigliosa creatura, risultato dell’
incrocio tra varie razze canine. Era il
San Bernardo, e sin da subito, mostrò capacità sorprendenti, soprattutto nel soccorso ai pellegrini. Eppure, il suo vivere in equilibrio tra forza e delicatezza, mostrando lealtà e fedeltà, non basta a frenare l’incredibile ferocia umana: «All’alba di domenica mattina, dopo un lungo girovagare, è stato ritrovato, in condizioni pessime, un San Bernardo gigante, in quel di Fabrizio Piccolo», così sottolinea il consigliere comunale Liliana Zangaro. Un gigante buono, di 5 anni, con oltre 90 kg che non passa di certo inosservato: «Portava il collare, senza microchip. Posava a terra, dormiente, senza forze» Il cane, del quale non si sa ancora il legittimo proprietario, ora si trova nel canile sanitario di Corigliano Rossano, ove verrà sottoposto ai dovuti controlli per comprendere le cause dei suoi malesseri. «E’ davvero debilitato, rifiuta anche il cibo, ha problemi nei movimenti e non se ne comprende il motivo. Per fortuna, però, mentre si approfondiscono le condizioni sanitarie, stanno avanzando numerose le proposte di adozione» ci tiene a sottolineare il consigliere. La strada verso la guarigione sarà lunga e tortuosa, ma è proprio vero quel che si racconta su di lui: grande, generose e fedele, nel suo sguardo cela un mistero che è essa stessa la sua virtù, svelata, però, solo a chi è in grado di amarlo per davvero; una bellezza mascherata a chi lo abbandona ed è complice di un atto simile.