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Militanza giovanile usa e getta

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L'ipocrisia della nostra politica nostra ha un volto: è quello dei movimenti giovanili “usa e getta”. I partiti, da quelli storici a quelli più recenti, li sfruttano come feticci da campagne elettorali, in un’effimera parata di sorrisi e bandiere per mascherare la totale assenza di reale partecipazione. Ma soprattutto di contenuti. Poi, quando si tratta di decisioni importanti, quando si tracciano le linee del futuro, spariscono. O meglio si fanno sparire. Silenziosamente, inghiottiti dal deserto decisionale popolato solo da teste canute, da uomini politici fossilizzati, ancorati a un passato che li rende sordi alle istanze di una generazione intera.

L'assemblea del PD a Corigliano-Rossano è emblematica: una mozione riformista, un'occasione per il cambiamento, svuotata di significato dall'assenza totale di giovani. Ne abbiamo parlato largamente in questi giorni di questo evento, che ieri è stato pure al centro dell’ultimo talk dell’Eco in Diretta. Ebbene, l’interesse attorno a questa iniziativa che pure avrebbe potuto significare un punto di partenza per un’azione riformista è praticamente pari allo zero. Le uniche voci che si sono sentite a contorno sono state quelle del dissenso, ma non rispetto all’iniziativa quanto attorno al sistema partito. Perché? Perché non si è proposto di fatto nulla di nuovo. Almeno questa è stata la percezione che è stata data alla comunità in una foto di una platea scarna, apatica e solo piena di over 65 e di vecchi attori che recitano del rinnovamento recitano solo un ruolo goffo.

Tutto questo mentre le aspirazioni delle nuove generazioni vengono soffocate dal machismo di chi, nella landa desolata della Calabria del nord-est oggi cerca persino di ridarsi un ruolo lontano da Cosenza dove, di fatto, ha esaurito da tempo ambizioni e aspirazioni. E non è solo il PD in questa situazione disastrosa (che si riverbera nelle urne). Fratelli d'Italia, Forza Italia, i piccoli partiti della sinistra: sono tutti colpevoli di questo cinismo. Vogliamo parlare di Gioventù Nazionale? Un bellissimo marchio di fabbrica ma che, di fatto, nella terza città della Calabria lo si vede in qualche post social, in alcune foto delle “adunate” di partito e nulla più.

Il risultato? Un'antipolitica dilagante, un deserto di voti, un'avanzata inarrestabile delle posizioni antisistema. Non si tratta di coincidenze. A Corigliano-Rossano, come in gran parte della Calabria, la politica è ancora nel paleolitico digitale e gli unici giovani che emergono (in politica e non solo in politica) sono solo i figli di papà.

La domanda brucia: quanto durerà ancora questo teatrino? Quanto ancora i giovani saranno trattati come merce usa e getta, relegati al ruolo di comparse in un'opera decadente? La risposta, purtroppo, è scritta nelle stanze chiuse, dove il futuro si continua a decide senza di loro mentre l’antisistema continua a vincere nonostante i suoi giganteschi fallimenti.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.