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Il pianto greco, quello della disperazione… totale 

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Le campagne elettorali sono il momento più bello della vita democratica perché, tra le tante liturgie politiche che si consumano, ci sono anche le parole. E certe parole sono memorabili per le amenità che profondono in stereofonia. E alle volte le onde radio sono così profonde che arrivano pure dove non dovrebbero arrivare, pensando che chi le recepisce abbia l’anello al naso.

Si! Restiamo Capoluogo di Provincia
Se Cosenza, Rende e Castrolibero non diventano città unitca, il rischio è che il Capoluogo di Provincia si sposti a Corigliano-Rossano, comune più popoloso della Provincia, il 16° del Sud (Cosenza è al 23° posto) e il più grande della Calabria per estensione territoriale: tre volte Catanzaro, dieci volte Cosenza.

Perché Prefettura, Provincia, ospedale Hub e altre istituzioni dovrebbero restare solo a beneficio di chi vive tra Cosenza, Rende e Castrolibero, bloccati da vecchie abitudini e feudatari che non vogliono perdere il proprio orticello.

Sullo Jonio cosentino hanno dimostrato coraggio e visione. Se non rispondiamo con altrettanta modernità, si rischia di perdere il capoluogo di Provincia. Non si tratta di “storia” o “tradizione”. Servono i fatti. Il momento di decidere è ora: unione o immobilismo.

Questo è il testo di un volantino che nelle ultime ore i sostenitori del Sì al referendum per la fusione Cosenza, Rende e Castrolibero che si terrà la prossima domenica 1 dicembre, stanno facendo girare tra i cittadini dell’area bruzia. Questo testo è apparso anche sulle bacheche social di politici influenti, tra parlamentari e consiglieri regionali cosentini. 

Ora, da questa parte siamo da sempre fautori del principio che ognuno è artefice del proprio del proprio destino. Lo è anche la Sibaritide-Pollino, lo è Corigliano-Rossano artefice del suo destino. Da sempre. E se oggi ci ritroviamo a rincorrere emergenze, disagi, disservizi e a far fronte ad eclatanti ingiustizie la prima e principale colpa è da addebitare a chi vive nel nostro territorio, nella Calabria del nord-est che – evidentemente – non ha saputo far valere i proprio diritti, non ha saputo ribellarsi, accorgendosi sempre oltre tempo massimo di maltolti e soprusi.

Questo però non giustifica le perculate come quella scritta in questo volantino. Perché a tutto c’è un limite. Cari amici politici (e non) cosentini: state sereni perché alle nostre latitudini qualsiasi cosa c’era da «spolpare», negli anni, l’avete depredata senza farvi alcuno scrupolo: a partire da tutti quegli investimenti che negli ’70 il Pacchetto Colombo aveva messo in circolo. Ci avete lasciato soltanto l’Enel, perché di fatto nessuno la voleva! Vi siete presi l’Università, vi siete presi l’Autostrada avendo la capacità di farla transitare dalle aree più impervie purché passasse da Cosenza. Ma avete avuto politici potenti e influenti. Noi ci siamo dovuti accontentare delle briciole.

Siete stati così potenti da plagiare e plasmare a vostra misura anche la “nostra” politica, assoggettata e piegata per anni al volere bruzio. E oggi ci dobbiamo sentire anche cornuti e mazziati perché addirittura, dopo aver fatto la rivoluzione illuminata della fusione di Corigliano-Rossano, dovremmo sentirci il peso di depredarvi dei vostri servizi di potere? No. A Corigliano-Rossano non interessa avere la Prefettura di Cosenza, non interessa avere la sede della Provincia di Cosenza, non interessa avere l’Ospedale Hub di Cosenza. Noi ambiamo alla nostra autonomia, all’autonomia di un territorio che, in qualunque caso, oggi ha le gambe per poter autogestirsi senza essere più eterodiretto da Cosenza. 

O almeno, questa è la speranza.

Già, perché quello dell’autonomia della Sibaritide-Pollino sarebbe un discorso liscio e senza intoppi se avessimo una classe politica autoctona interamente libera dai legacci di Cosenza. Anche se Cosenza, di fondo non ci vuole. O meglio, non ci vuole forte. E allora, il testo di questo volantino se lo stampino bene in fronte i tanti nostri politici che continuano a portare voti con la cariola agli amici di Cosenza. Se lo stampino bene in mente perché il prossimo passo dopo aver realizzato la Grande Cosenza sarà quello di realizzare la città metropolitana di Cosenza e a quel punto il “fregio bruzio” sarà dilagante e impresso fino sull’ultima pietra di questa immensa provincia.  
 

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.