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Il peccato di lungimiranza e visione dei nostri rappresentanti politici

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La polemica sui lavori all’ospedale Giannettasio è assurda. Una levata di scudi come se nemmeno questi lavori fossero stati distratti da un territorio per darli ad un altro. Comunicati stampa fiume, parole e posizioni coordinate per dire, di fondo, che l’investimento nell’ospedale di Rossano non va fatto se non ne viene programmato uno uguale all’ospedale di Corigliano. E tutto questo portando avanti il fumus del costruendo Nuovo Ospedale della Sibaritide. Ora, a chi si è ingegnato in tutte queste congetture va chiesto se abbiano speso un minuto del loro tempo o una riga dei loro comunicati stampa per chiedere a chi di competenza (Comune, Regione, Governo, Enti di gestione strategica, etc.) se quella nuova struttura a Insiti ha le carte in regola per essere subito operativa una volta ultimati i lavori di realizzazione. Il problema dei servizi e dei sottoservizi quando verrà affrontato e risolto?

Insomma, ci lamentiamo per come viene fatta la riorganizzazione (necessaria) dei due presidi ma l’unica cosa che riusciamo a dire è “una cosa a me e una cosa a te” o, ancor peggio, “niente a me… niente a te!” Tutto questo mentre il resto del territorio ci guarda attonito e forse anche un po’ con sarcasmo.

Si potrebbe e dovrebbe far leva sulla sola autorevolezza di una città grande e strategica per ottenere quello che ci è stato tolto e con una azione sinergia e territoriale pretendere nuove opportunità. Questo in circostanze normali. Se poi, però, ci giriamo attorno e vediamo che ancora si consumano faide politiche all’interno della nostra comunità che centellinano con il misurino dello sciroppo quelle poche cose che rimangono in questa città, tra l’una e l’altra sponda del Cino, allora ti accorgi che per arrivare ad un livello di maturità politica e istituzionale accettabile, ci vuole ancora tanto ma tanto cammino.

Suvvia, dai nostri rappresentanti istituzionali ci aspettiamo qualcosa di più rispetto a questa polemica spicciola.

Del resto, nella nostra povera landa, viviamo così: di sensazioni e umori giornalieri; di verità non dette o palesate a metà; di carrambate fatte rincorrendo le emergenze. Ma vi pare una cosa normale che in una città di 70mila abitanti bisogna aspettare il post di lamento che appare su questo o quel gruppo social o i video trancianti del consigliere comunale Lucisano per risolvere questioni di ordinaria amministrazione? Ma quando cresciamo? Quand’è che prendiamo consapevolezza della responsabilità che il territorio del nord-est si aspetta e pretende dal popolo coriglianorossanese?

Tutto questo mentre le vere questioni (non le faccende da gafio) stanno cadendo tutte nell’oblio: Ospedale, Statale 106, Tribunale, Sviluppo, infrastrutture… mentre il popolo sta in silenzio a guardare, aspettando un domani di potersi lamentare dell’ennesima occasione persa! Così, però, si rischia di intossicare la democrazia con il veleno della polemica e della contrapposizione a tutti i costi.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.