Cantieropoli, quei 2 miliardi di euro che gravitano su Corigliano-Rossano
Nel timore che non sia tutto un’illusione, la città fusa si appresta a ricevere (in parte già c’è) un capitale d’investimenti mai visto prima. Però… c’è sempre un però!
Lo abbiamo scritto una settimana fa e anche una bella ed eloquente vignetta del nostro giovane artista Antonio Dardano ha fatto ironia su questo: la Cantieropoli Corigliano-Rossano sarà una svolta: se tutti i lavori in predicato partiranno e saranno conclusi fra qualche anno vivremo in una città con una prospettiva di sviluppo; diversamente scivoleremo nel baratro del disfattismo totale. Il momento è cruciale. Sulle teste della “capitale” della Calabria del nord-est ballano circa 2 miliardi di euro: 1 miliardo per la nuova Statale 106, 250 milioni per il Nuovo Ospedale, 150 milioni per l’elettrificazione della linea ferroviaria, 70 milioni di investimenti pubblico/privato per rilanciare l’intermodalità del Porto (nuova industria e banchina crocieristica), 45 milioni per i progetti Pinqua e altri finanziamenti di importi meno stratosferici che la terza città della Calabria non avrebbe mai intercettato senza quel processo lungimirante della fusione. A questi si aggiungano gli “investimenti di sistema” quelli che riguardano più in generale la Provincia e la Regione e ne viene fuori quel numero esorbitante.
Tutti soldi che serviranno a creare qualcosa di nuovo e utile in questo angolo di territorio calabrese ma – cosa ancora più importante – sono tutti soldi che verranno investiti sul territorio, rigenerando di riflesso il tessuto economico ed occupazionale della città.
Tutti soldi che, si spera, serviranno a creare dignità sia dal punto di vista infrastrutturale ma anche sociale. Facendo un conto parossistico e semplice - volendo suddividere questo fiume due miliardi di euro che dovrebbero arrivare a breve sul territorio per le circa 150mila persone che quotidianamente gravitano sulla grande città di Corigliano-Rossano e sul suo hinterland - parliamo di un investimento di oltre 13mila euro pro-capite che il sistema sta facendo sui cittadini di quest’area. Sono tantissimi soldi che possono davvero generare un futuro dalle prospettive nuove.
C’è solo un rischio: che queste risorse finiscano in mani di pochi e tra questi pochi anche la criminalità e a quel punto il paradosso che l’opportunità della vita per i cittadini di quest’area diventi una brutale condanna – una perculata - è alto ed è concreto.
Chi di dovere, allora, vigili su come vengono spese queste risorse. Che dai sindacati alla magistratura vigilino non solo su come vengono spesi questi soldi ma anche e soprattutto chi ne sono i destinatari finali. I tanti posti di lavoro che verranno generati dovranno essere assegnati per merito e legittima selezione, senza che le assunzioni passino dalle segreterie politiche. Già, perché il pericolo che questo fiume torrentizio di soldi, generatore di migliaia di posti di lavoro, arrivando oggi, in una lunga parentesi elettorale che va dalle Comunali di giugno per arrivare alle Regionali del 2026, venga "dirottato" attraverso gli apparati politici, è concreto e reale.
Questo è il momento della crescita dignitosa, è il momento dell’emancipazione, è il momento di mettere a frutto per tutti, in modo uguale e meritocratico, una congiuntura storica senza eguali.