Emergenza rifiuti, ognuno dice la sua mentre le strade si riempiono di monnezza
Servono soldi e soluzioni concrete. A Corigliano-Rossano e sul territorio la questione dilaga nell’opinione pubblica e sui social con un inconcludente scaricabarile tra Regione e Comuni ma di soluzioni all’orizzonte non se ne vedono
Emergenza rifiuti, mentre sui social e nel dibattito politico continua a consumarsi l’ennesima schermaglia con un inconcludente scaricabarile sulle responsabilità, le strade del territorio continuano a riempirsi di monnezza. E questo sembra essere un destino amaro senza soluzione di continuità. Almeno fino a quando tutte le istituzioni in campo non si siederanno ad un tavolo assumendosi, ognuna, le proprie responsabilità.
Del resto se ancora oggi continuiamo ad affrontare un’epocale emergenza, senza precedenti, le colpe stanno un po’ ovunque e sicuramente non sono limitate alla sola contemporaneità.
I comuni salassano i cittadini con la tassa rifiuti ma poi non hanno i soldi per pagare il complesso sistema di smaltimento. Mistero! Dall’altra parte viviamo in una regione che negli anni, in proporzione, ha realizzato il più alto numero di discariche distruggendo interi territori, mentre oggi non riesce proprio a trovare soluzioni alternative per potenziare la raccolta differenziata e per sostituire le discariche con nuovi sistemi di smaltimento sicuri ed ecocompatibili. O meglio, di soluzioni sul piatto ce ne sono a iosa ma rimangono solo in predicato senza riscontro nei fatti.
E tutto questo non fa altro che alimentare l’emergenza che per i cittadini si tramuta in cumuli di spazzatura che ogni giorno lievitano sotto le loro abitazioni. Il caso di Corigliano-Rossano, poi, è emblematico. Una città che dovrebbe essere capofila nel territorio e che ancora oggi, nonostante sia stata tra le prime nel decennio scorso a varare un governo dei rifiuti votato alla differenziata, si trova a fare i conti – dicevamo – con l’emergenza più critica di sempre.
L’atteggiamento della politica locale è disarmante perché si consuma tutto e solamente sui social e sulle note stampa. Senza alcuna soluzione concreta. Ognuno dice la sua (spesso senza sapere di cosa parla) solo per buttare la croce addosso a qualcun altro che non sia la sua parte di riferimento. Mentre i topi ballano attorno ai cassonetti stracolmi, il percolato scende lungo le strade e la puzza di spazzatura putrefatta inonda la città.
Basta che un qualsiasi cittadino posti una foto per mostrare la frustrazione della monnezza per strada - che è una frustrazione collettiva – per suscitare il commento del consigliere comunale di turno che non sa altro che dire “Chiedetelo ai consiglieri regionali del territorio perché la regione non mette a disposizione le discariche”. O ancora, peggio, c’è chi non vede la realtà dei fatti replicando con altre foto (vecchie e non attuali) di Milano: “Vedete, questa è Milano. Non mi sembra stiano meglio di noi!”.
E in risposta arrivano le note stampa dei consiglieri regionali che con il solito tono perentorio e bacchettone richiamano alle proprie responsabilità il Comune inadempiente.
Ci sta tutto ma la soluzione qual è? E soprattutto, quando la si metterà in atto per evitare lo scempio che ormai a cadenza trimestrale e sempre con maggiore disagio vediamo per le nostre strade?
Possibile che il metodo della polemica spinta sia diventato l’unico strumento per affrontare e risolvere le questioni derimenti delle nostre comunità? Possibile che abbiamo una classe politica e istituzionale che non abbia la minima visione sul futuro?
Moriremo seppelliti di polemica, inerzia e monnezza? Speriamo di no!