14 ore fa:Carmine Capristo cambia squadra: da Cropalati a Caloveto ed è subito protagonista
3 ore fa:La proposta del "Nuovo Sindacato Carabinieri": «Il Reparto Territoriale di Co-Ro sia elevato a Gruppo»
35 minuti fa:VOLLEY - La Corigliano Volley vincono a Bronte e portano a casa due punti
1 ora fa:«Caos infernale» in Piazza De Gasperi: i residenti lanciano un appello a tutte le autorità
5 minuti fa:A Co-Ro l'incontro Giovani costruttori di pace – La pace si impara: il conflitto Israele-Palestina come studio di caso
2 ore fa:Stasi: «Bene l'elezione di Fiorita ad Arrical. Ora si faccia scegliere il Direttore Generale ai sindaci»
15 ore fa:Violenze allo stadio, Stasi: «Pagina vergognosa. Si è superato il segno»
16 ore fa:Trebisacce travolge la Rossanese (0-4), ma la gara finisce nella vergogna: scontri e una donna ferita
17 ore fa:Domenica nera al Rizzo. Rossanese-Trebisacce, scoppia la violenza: ferita una donna
13 ore fa:Bike Park al Palmeto di Schiavonea: bambini in bici per un weekend all’aperto

Giuseppe Bono,il calabrese che vuole ricostruire il ponte di Genova. A guida di Fincantieri dal 2002

1 minuti di lettura
LAMEZIA TERME Giuseppe Bono, di Pizzoni, (Vibo Valentia) guida Fincantieri dal 2002. L’azienda si propone di ricostruire il viadotto Morandi, «anche se nessuno ancora ce lo ha chiesto». La storia di un manager di Stato riconfermato da governi di ogni colore. «Siamo in grado di ricostruire il ponte Morandi, anche se nessuno per il momento ce lo ha chiesto». Fare presto è la parola d’ordine, dopo il disastro di Genova. E sotto il moncone ovest del viadotto sono arrivati giovedì anche i vertici di Fincantieri e Cassa depositi. Il virgolettato è di Giuseppe Bono, amministratore delegato che guida il gruppo leader al mondo nella costruzione navale di unità da crociera. Da circa un anno, Fincantieri è entrata nel segmento delle infrastrutture, facendo convergere le proprie competenze nella nuova sede di Verona, e sta per concludere l’acquisto della Cordioli di Valeggio, anch’essa attiva nello stesso settore. Bono, uno dei più longevi manager di Stato, è nato 74 anni fa a Pizzoni, nel Vibonese. È partito da un piccolo paese della provincia calabrese per approdare a uno dei colosso dell’economia italiana, con una parabola che lo ha visto protagonista sotto governi di ogni colore politico. «Se vogliono, lo rifacciamo noi il cavalcavia: in Belgio stiamo costruendo quattro ponti. Nel caso, noi siamo pronti». Poche parole, per quello che Sergio Rizzo su Repubblica definisce «un monumento dell’industria pubblica». Bono guida Fincantieri dal 2002 ma la sua parabola è iniziata nella Prima Repubblica. Nel 1987 la prima poltrona importante: amministratore delegato dell’Aviofer Breda, azienda militare dell’Efim, ai tempi in quota Psdi. Quando ai vertici arriva Gaetano Mancini, cugino del leader socialista Giacomo, per Bono si schiudono le porte della direzione generale dell’ente. Bono traghetta Efim in Finmeccanica. Che “conquisterà” quando al governo c’è il socialista Giuliano Amato. Dura poco: con il ritorno di Berlusconi al governo il manager finisce in Fincantieri. Azienda nella quale viene confermato per cinque volte. E non è detto che la ricostruzione (finora solo ipotizzata) del ponte Morandi non faccia scattare la sesta. Sarebbe il coronamento di una longevità senza precedenti per il calabrese partito a 18 anni per fare l’operaio a Torino («anche per amore della Juventus», dirà in un’intervista), poi tornato per lavorare alle Omeca di Reggio Calabria prima di spiccare il volo nelle aziende di Stato. Della politica calabrese ricorda il primo presidente della Regione, Antonio Guarasci («ci illuminò tutti ma ce lo siamo dimenticati»). E apprezza il mare di Tropea, dove torna quasi ogni anno per una decina di giorni, durante le ferie. (fonte Corrieredellacalabria.it)
Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.