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Giunta Oliverio bis più politica di prima. Parte adesso la nuova e vera sfida del Presidente

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di LENIN MONTESANTO Il secondo dado di Oliverio è ormai tratto. E la direzione, come lo stesso Presidente ha dichiarato nei giorni scorsi motivando la nomina dei suoi nuovi sette assessori esterni è quella di accompagnare la Calabria, a partire dalle sue massime istituzioni democratiche, a diventare progressivamente una regione normale. Non scommettere, assieme al Governatore, su questa residuale iniezione di fiducia, sarebbe autolesionista, a prescindere dalle proprie collocazioni. Tanto più nell’attuale contingenza politica, sociale ed economica. Fuggire, tuttavia, da un minimo di valutazioni sulla particolare natura di questa scelta tutta tecnica renderebbe ancor più arido di quanto già non è il piano del confronto, privato ancora una volta della Politica, dopo l’ultima vicenda Rimborsopoli. Perché su questo aspetto non dovrebbe essere difficile trovare condivisioni: con questa nuova giunta regionale Oliverio ha comunque azzerato il peso della politica, della sua stessa politica. E lo ha fatto però, sia altrettanto chiaro anche questo, con un’azione che paradossalmente è molto più politica di tante altre intraprese fino ad oggi dallo stesso Presidente. La funzione amministrativa, esercitata dall’Esecutivo – così ha spiegato presentando i suoi nuovi assessori – deve essere nettamente separata, soprattutto in questa fase, da quella legislativa, di indirizzo, programmazione e controllo propria del Consiglio Regionale. Affermazioni che sottendono, par di capire, la consapevolezza evidentemente drammatica di uno stato generale di crisi ed emergenza regionale da fronteggiare subito con decisionismo e soluzioni tecniche più veloci ed efficaci; uno stadio della metastasi in cui versano tanti dei cancri di questa terra che non richiede e non tollererebbe insomma livelli di decisione politica intermedia, più o meno collegati, determinati o influenzati dalle inevitabili dinamiche perennemente elettorali di cui sono fisiologicamente portatori i membri di una assemblea democratica. Serve un’amministrazione più forte, autorevole e decisionista di quanto non sia mai stata fino ad oggi in questa regione. Serve una governance capace quanto meno di tentare una lettura diversa di quello che da più parti viene definito il fallimento del regionalismo, di cui la Calabria è emblema. Serve, infine, una centralità del potere decisionale regionale che, attraverso un rapporto diretto, squisitamente ed esplicitamente politico con tecnici in giunta e non con assessori portatori di interessi politici diversi (questa l’inversione di metodo!), precluda sul nascere ogni deviazione, parcellizzazione, confusione ed indebolimento della stessa unitaria azione di governo. Sembra voler dar risposta a queste esigenze e nutrirsi di queste ambizioni tutto il percorso metodologico che in questi ultimi giorni ha portato Oliverio a determinarsi su una opzione che è costituita sì di soli tecnici, ma che non è però tecnica in senso stretto. È anzi tutta politica, proprio se letta dal punto di vista del metodo di lavoro, incardinato sul ruolo forte del Presidente, che Oliverio, così come ha del resto già fatto da governatore della provincia di Cosenza, ha voluto adesso imprimere anche alla sua nuova dimensione regionale. Oggettivamente siamo di fronte ad una novità rispetto al passato, soprattutto rispetto alle formule recenti degli esecutivi Loiero e Scopelliti. Un’innovazione più o meno obbligata, il cui valore e la cui efficacia potranno essere effettivamente saggiate e misurate su contenuti, metodi, timing e soluzioni che scandiranno da qui alle prossime settimane alcune delle più gravi partite aperte: l’emergenza rifiuti, il riequilibrio e miglioramento dell’offerta sanitaria, la mobilità ed i trasporti, il dissesto idrogeologico, il sostegno alle imprese ed all’occupazione con la nuova programmazione di fondi europei ed attraverso l’avvio di una quanto mai necessaria azione di lobbying presso le sedi comunitarie, opportunità strategica mai seriamente affrontata da tutte le giunte regionali succedutesi fino ad oggi. Fino, ultima non per importanza, a quella che da alcuni, non da tutti evidentemente, è considerata la vera leva strategica per il rilancio ed il riposizionamento socio-economico euro mediterraneo della penisola calabrese: ovvero le politiche per i turismi. È dal 2010, con Damiano Guagliardi, che la Regione Calabria, con tre parchi nazionali, oltre 800km di costa, giacimenti archeologici diffusi ed importanti, disseminata di centri storici di pregio e città d’arte, ricca come poche altre al mondo di paesaggi antitetici e quasi contigui così come di un enorme patrimonio agroalimentare, di terroir ed eventi identitari difficilmente comparabili, continua purtroppo a non avere un assessore ai turismi. Una vera e propria assurdità alla quale ci auguriamo il Presidente Oliverio voglia e sappia porre rimedio con urgenza, magari attraverso lo stesso metodo con cui ha individuato i sette esperti della sua nuova squadra. Alla quale L'Eco dello Jonio, rivolge i migliori auguri di buon lavoro.
Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.