Fusione Corigliano-Rossano, Minnicelli: “Stasi e Mascaro generano confusione”
“Recenti affermazioni sul tema della fusione tra Corigliano-Rossano ascoltate dai palchi, in questa lunga campagna elettorale, non fanno altro che generare confusione e disorientamento. L’inesperienza nel governo del territorio laddove si sta avviando un processo unico anche rispetto al panorama nazionale, in grado di offrire potenzialità di sviluppo senza precedenti in quest’area della Calabria, può produrre una serie di fallimenti a catena se non si hanno ben chiare le idee”. Così si esprime la coordinatrice del circolo LabDem Corigliano-Rossano, Anna Minnicelli, a proposito dell’argomento fusione, tema alquanto dibattuto ed inevitabilmente trattato da tutti i candidati a sindaco di Rossano. “Abbiamo avuto modo di ascoltare quanto affermato, da Flavio Stasi e da Stefano Mascaro sulla questione – dichiara Minnicelli – e non posso non dissentire. Se non altro per le inesattezze che fanno intuire come i due siano quantomeno impreparati sull’argomento. Infatti Stasi si dice convinto che non saranno i numeri, gli abitanti e le questioni demografiche a risolvere i problemi di Rossano, ma si sbaglia di grosso perché con un’unica grande, nuova città alla guida della Piana di Sibari, nessuno si sognerebbe di sottovalutarne l’autorevolezza, quindi le esigenze, i bisogni. Ed i numeri, checché se ne dica, bypasserebbero anche le capacità – o le incapacità – della classe politica.
Soprattutto se consideriamo i tanti benefici, non solo economici che la Fusione recherà. Prendiamo l’esempio dei collegi per le elezioni della camera dei Deputati, secondo l'attuale bozza Italicum, Corigliano è accorpato a nord con le comunità dell’Alto Jonio, ma Rossano a sud con quelle del Basso Jonio fino a San Giovanni in Fiore. Ora, considerando che un collegio deve basarsi su un massimo di 97 mila abitanti, se fossimo già fusi, basterebbero le due città, e poco altro, per formarne uno unico, con la certezza di eleggere più di un deputato e soprattutto di sceglierlo autonomamente invece di soggiacere, anche e soprattutto per questo, alla politica cosentina, quindi superando – prosegue Anna Minnicelli – un grave handicap che ci portiamo dietro da decenni. In tal senso non aiuta la candidatura a sindaco di Mascaro che sembra essere quello più rappresentativo della cosentinità: in città abbiamo registrato le passerelle di parlamentari e politici del capoluogo a suo unico suffragio quali portatori anche della “soluzione” in tema di giustizia con la proposta di un Tribunale a Sibari cui, Mascaro, si è prontamente adeguato definendola “l’unica soluzione”. Ecco, la fusione, sfaterebbe anche questo tabù perché il Tribunale di Corigliano-Rossano dovrà sorgere, in prospettiva, all’Insiti dove sarà la Cittadella degli Uffici della nuova Città, accanto all’Ospedale della Sibaritide, alla Stazione Ferroviaria e quant’altro che competerà all’istituenda Area Vasta per come prevede la Legge Delrio in sostituzione alle attuali Province. Rossano e Corigliano poste come sono in Area baricentrica rispetto all’Alto e al Basso Jonio si faranno carico del Tribunale della Sibaritide come di tutto il resto, che non può essere collocato, con tutto il rispetto per la frazione di Sibari, per come vorrebbe la politica cosentina che, con buona pace di Mascaro, ci ha relegati in posizione subalterna rispetto anche alle minuscole Castrovillari e Paola. Sarebbe come dire che il Tribunale di Cosenza andasse a Montalto Uffugo. Crediamo proprio che prima di parlare di temi così delicati ci si dovrebbe informare e non immettere idee o, peggio, pregiudizi telecomandati”. Il circolo LabDem, Corigliano-Rossano è nato nei mesi scorsi, proprio per sostenere attraverso l’associazionismo, il processo di fusione dei due comuni. “Mi auguro – termina Anna Minnicelli – che la politica si ravveda e cominci a parlare con la propria testa e facendo i conti, una buona volta, con gli interessi dei cittadini alle urne, ora a Rossano, domani a Corigliano, affinché siano governati, oggi più di ieri, da veri patrioti della Sibaritide, dell’Alto e Basso Jonio e non già filo-cosentini volontari, o che siano anche inesperti”.