di MARTINA FORCINITI La storia dei comuni da fondere è lunga. Qui, nella Sibaritide, dura ormai da due anni, da quando l’ipotesi di accorpare Rossano e Corigliano prese corpo dal formidabile stimolo di un pugno di associazioni. Quelle stesse – e qualcuna in più – che oggi sull’onda di un convincimento generale che è quasi un assioma tentano di concludere la fase di rodaggio. Nella consapevolezza che non si predica più nel deserto.
Mercoledì scorso, all’Hotel San Luca, è stato tempo di aggiornamenti per la famiglia delle associazioni pro fusione. E alla presenza di alcuni candidati a sindaco del comune di Rossano, si sono condivisi gli sviluppi più recenti del progetto. A parlarcene è
Giuseppe Francesco Zangaro,
membro del Comitato 100 Associazioni per la fusione dei comuni di Corigliano e Rossano. «L’obiettivo dell’incontro – ci spiega– era informare i membri circa le attività portate avanti dal comitato ristretto (che ha la delega di relazionarsi con enti e istituzioni a nome di tutte le associazioni facenti parte del Comitato 100 Associazioni). Fulcro del dibattito è stato l’iter che stiamo portando avanti con la Regione, interloquendo con Franco Sergio, presidente della I Commissione Affari istituzionali, che sta redigendo il nuovo assetto organizzativo degli enti pubblici in Calabria.
In questo senso, la Fusione tra i comuni di Corigliano e Rossano è stata presa come caso di riferimento, poiché si tratta di due grandi comuni per la cui fusione lo stimolo è pervenuto dalla cittadinanza stessa. Durante la riunione, abbiamo avuto modo di chiarire che l’aspetto di complessità legato alla gestione amministrativa dei due enti e quello relativo all’accorpamento sociale e culturale delle due identità saranno affrontati successivamente al Referendum che stiamo preparando con la Regione. Ci metteremo in moto quando avremo la certezza che le due cittadinanze siano effettivamente pronte all’ipotesi dell’accorpamento.
Abbiamo invitato i candidati a sindaco del comune di Rossano perché vorremmo che la fusione abbia un ruolo primario in campagna elettorale, dato che chi vincerà la competizione politica sarà a tutti gli effetti un sindaco “costituente”, che dovrà rispondere alle nuove traiettorie di sviluppo che porteranno all’accorpamento. Il dibattito è stato talmente proficuo e stimolante da incoraggiarci – lo annunciamo in anteprima – ad organizzare un comizio in piazza, alla presenza di tutti i candidati a sindaco di Rossano. Un tavolo di dialogo sulla fusione con e, soprattutto, per la cittadinanza. Mercoledì erano presenti Stanislao Acri, Tonino Caracciolo, Stefano Mascaro, Ernesto Rapani e Flavio Stasi e ognuno di loro ha espresso la propria posizione sull’ipotesi fusione. Il candidato pentastellato ha sottolineato l’importanza di uno studio di prefattibilità e il Comitato non ha mancato di ribadire che si tratta di un passaggio successivo al Referendum, non fosse altro che per gli alti costi previsti (ad occuparsene saranno l’Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori e l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani). Ernesto Rapani ha sottolineato quanto sia importante la fusione nella misura in cui può restituirci credibilità, maggiore autorevolezza e peso politico ai tavoli decisionali. Una verità, questa, da promuovere anche e soprattutto attraverso la giusta classe politica. Flavio Stasi si è mostrato in linea con la consapevolezza dell’opportunità di sviluppo offerta dall’accorpamento, anche attraverso l’attivazione dei finanziamenti. È importante però che, contemporaneamente all’applicazione di una politica di centralizzazione dei servizi, siano previste anche politiche di integrazione per un territorio vasto, variegato e con esigenze molto ampie. A questo proposito, il Comitato ha introdotto e discusso dell’innovativa formula dei
quartieri resort, a ognuno dei quali verrebbe delegata dalla pubblica amministrazione la gestione autonoma di servizi quali la manutenzione del verde, l’aspetto sociale, il mantenimento della sicurezza, ecc. Stefano Mascaro ha suggerito al Comitato di scendere in campo politicamente. Noi, pur accogliendo positivamente il suggerimento, abbiamo tenuto a precisare che il fatto di non aver espresso un candidato consigliere non è sinonimo di mancanza di interazione da parte nostra, piuttosto la testimonianza di quello che noi chiamiamo rapporto di terzietà a cui, come Comitato, ci richiamiamo da sempre: siamo cittadini attivi che operano sotto forma di consulte e comitati che vengono coinvolti nella politica dall’amministrazione pubblica. Abbiamo un ruolo e possiamo farlo sentire attraverso la partecipazione civile. Infine, Tonino Caracciolo ha confermato la sua apertura verso l’iniziativa, sottolineando però che, se non si realizzerà una rappresentanza politica qualificata che abbia a cuore solo ed esclusivamente gli interessi del territorio, non si andrà da nessuna parte. Ha, poi, posto all’attenzione dei presenti il fatto che
la redazione del Piano Strutturale Associato della Sibaritide e del Quadro Territoriale Regionale Paesaggistico sta avvenendo senza tenere conto del fatto che Rossano e Corigliano si fonderanno. Una circostanza grave su cui, però, tutti tacciono»
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