Alla Cittadella dei Ragazzi di Co-Ro "Va in scena il Dolore – Donne palestinesi si raccontano"
Appuntamento a martedì 25 novembre alle ore 17:30 per la rappresentazione drammaturgica tratta dal libro "Palestina. Diario di Guerra" di Umberto Romano
CORIGLIANO-ROSSANO - Il 25 novembre, alla Cittadella dei Ragazzi di Corigliano Rossano, alle 17:30 va in scena una rappresentazione che non è solo teatro: è un grido, un ricordo, un atto necessario. "Va in Scena il Dolore – Donne Palestinesi si Raccontano" porta sul palco la voce di chi spesso non ha la possibilità di parlare, o meglio, di essere ascoltata. Le storie che emergono dal libro "Palestina. Diario di Guerra" di Umberto Romano non sono racconti lontani: «sono testimonianze vive, urgenti, che attraversano Jenin e l'intera Cisgiordania, territori dove la normalità è fatta di assedio, paura e resistenza quotidiana».
La rappresentazione dà spazio soprattutto alle donne, che nella tragedia palestinese sono madri, figlie, custodi della memoria e, loro malgrado, protagoniste di un dolore che il mondo osserva da lontano, senza poter – e spesso senza voler – intervenire.
«Siamo di fronte - scrive Umberto Romano - a una tregua che non arriva mai. Ad un territorio ormati distrutto per il 90%. A una popolazione che continua a diminuire sotto gli occhi colpevolmente inermi della comunità internazionale. A un dolore che rischia di diventare rumore di fondo e che proprio per questo necessita di essere portato sul palco, incarnato, detto, gridato. Questo evento nasce per rompere l'abitudine e per restituire umanità a chi ogni giorno viene ridotto a numero, a riga di un bollettino. Per ricordare che, mentre altrove si discute, nei campi profughi come quello di Jenin (meno di mezzo chilometro quadrato per quattordicimila vite) la guerra non si ferma mai: non c'è "ultima incursione", perché ogni giorno ne arriva una nuova».
«Ed oggi come allora, anche a Rafah (ultimo rifugio rimasto prima di essere colpito anch'esso) si ripete lo stesso destino: una città che avrebbe dovuto essere rifugio e che invece è diventata bersaglio. E quella che chiamavano "tregua" si è rivelata per ciò che era: uno spettacolare diversivo per convincere il mondo che qualcosa stesse cambiando, mentre non cambiava nulla».
«A Rafah, come a Jenin, la vita continua a essere un atto di resistenza quotidiana, una lotta silenziosa perché la propria storia non venga cancellata insieme alle case, alle scuole, ai volti dei bambini. E ciò che resta, spesso, è solo il dovere della memoria: ricordare che dietro ogni città distrutta c'è un popolo che chiede solo di sopravvivere, e un mondo che non può più permettersi di tacere».
La serata sarà arricchita dagli interventi di Flavio Stasi, sindaco di Corigliano-Rossano, di Giovanni Spedicati de La Mongolfiera, dalle testimonianze FIDAPA AU di Corigliano e Rossano, dal dialogo con l'autore Giovanni Soda, dalle letture degli Amici dell'Arte e dalle musiche di Pino Salerno.
«Un incontro culturale, civile e umano per non dimenticare. Per continuare a guardare, anche quando fa male. E per trasformare l'ascolto in consapevolezza. Perché la Palestina non può diventare un'assenza. Perché far tacere il dolore significa esserne complici. Perché la pace mai concessa è una ferita di tutti» conclude.