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Orientamento inteso come consapevolezza di sé. Spunti di riflessione per i nuovi docenti

7 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO - Dopo molti anni di assenza dalla scuola militante, durante i quali l’esperienza di Orientamento Longitudinale venne condotta sin dal mio primo anno di insegnamento, è d’obbligo porsi alcune domande, e soprattutto capire cosa vuol dire orientamento oggi inteso come consapevolezza di sé e come capacità di scelta in ambito esistenziale, scolastico e professionale. 

Credo, al riguardo che la competenza maturata in tale settore, l’elaborazione di una infinità di articoli e una specifica pubblicazione sul tema mi consentono di documentare in questo breve contributo una esperienza che negli anni ’90 fu presa a modello da altre regioni e tanti Istituti anche in campo nazionale. Il volume è presente in tutte le biblioteche delle scuole del territorio ed anche in molte biblioteche nazionali. 

Ma vediamo in concreto e in sintesi di cosa si tratta analizzando la presente pubblicazione di cui si espone la copertina intitolata: Dimensione Orientamento. Itinerario Teorico Pratico di ricerca e di documentazione per la prassi dell’orientamento nella scuola, da me  curata, edita dalla Grafosud di Rossano nel 2000. Il volume raccoglie scritti e documenti sull’orientamento formativo nella scuola italiana e setaccia la natura del tema, inteso come consapevolezza di sé e capacità di scelta in ambito scolastico e professionale, ma anche esistenziale. Al suo interno si possono trovare riferimenti normativi significativi oltre che esperienze pratiche, insieme all’uso di diari personali per gli studenti e l’analisi del mercato del lavoro. 

L’opera dibatte il ruolo fondamentale degli insegnanti e dei distretti scolastici, sottolineando la necessità di un orientamento continuo e integrato al curriculum, diretto a sviluppare le competenze necessarie per affrontare i cambiamenti del mondo del lavoro e della società complessa, proponendo strumenti e metodologie per la conoscenza di sé, dei percorsi formativi, e delle professioni. Si tratta di uno studio guidato sull’orientamento professionale, con un focus sulla scuola media inferiore, fondato prioritariamente sui contenuti che trattano diffusamente il tema dell’orientamento scolastico e professionale non solo in Italia, ma anche in Europa. Il materiale raccolto esamina la normativa vigente in materia e presenta diverse metodologie e strumenti operativi, tratteggiando progetti ed esperienze concrete compiute sia a livello locale e sia in altri contesti. 

Uno dei temi dominanti è la transizione, intesa come adattamento del soggetto al mercato del lavoro, a una concezione educativa e formativa, che dà risalto allo sviluppo integrale della persona, alla conoscenza di sé, e alla capacità di operare scelte consapevoli e responsabili in vista di un progetto di vita personale. Nel volume si sottolinea l’importanza di un orientamento longitudinale, che accompagni gli studenti lungo tutto il loro percorso formativo, sottolineando, in questo processo, il ruolo cruciale della scuola, dei docenti, delle famiglie e del territorio. Non mancano i riferimenti ai diversi strumenti diagnostici, che nel libro vengono opportunamente presentati e discussi, come ad esempio quello delle Tecnologie digitali della Società dell'Informazione adoperate per sviluppare la conoscenza oppure il Questionario Esperienziale di Selezione, uno strumento utilizzato per valutare le competenze e le esperienze di una persona, allo scopo di orientarlo verso un percorso professionale o di studio, pertinente alle proprie specifiche aspirazioni, ed infine gli strumenti di analisi delle attitudini, interessi, valori e caratteristiche della personalità degli studenti. Largo spazio è poi riservato alla funzione della valutazione nel processo orientativo e alla sua integrazione con la didattica quotidiana, un processo che valica l’idea puramente sommativa a sostegno di una valutazione formativa e continua. Infine, sono riassunte ed esposte alcune esperienze pratiche di orientamento, tra cui il progetto Longitudinale di Orientamento elaborato dal Centro di Orientamento di Cosenza, accompagnato da una completa modulistica costituita dal “Diario Personale di Orientamento” e attuato come iniziativa all’interno delle scuole medie del Distretto Scolastico n. 26 di Rossano, prima in quelle inferiori e successivamente in quelle superiori.

Ed allora, vediamo concretamente quanto attuato, addentrandoci concretamente nel tema generale dell’orientamento, con uno sguardo particolare all’esperienza di orientamento longitudinale attuata nelle scuole del Distretto Scolastico n. 26, con lo scopo di poter essere d’aiuto ai tanti colleghi che in questo periodo, ma anche per il futuro hanno a che fare con la problematica dell’orientamento. Partiamo dai diversi documenti in nostro possesso. L’idea, vorrei sottolineare, è capire cosa vuol dire davvero orientamento oggi, come questo si colloca a livello normativo, e poi, come questo si realizza praticamente soprattutto a scuola. Insomma, vedere come fare per estrarre i concetti essenziali dalla vasta documentazione presente nel libro di cui sopra. In fondo l’orientamento alla radice è proprio questo. Ossia, sapere dove sei e capire come muoverti verso una meta, quindi una cosa pratica. Ma, non è solo questo, c’è anche un lato più, come dire, etico esistenziale, da tenere in considerazione. La capacità di scegliere per la tua vita. Ecco, partiamo proprio da questa ultima affermazione. Molto spesso, le fonti parlano di orientamento formativo, che deve essere inteso ben diverso dal dare solo qualche informazione sulle scuole o sul lavoro. Infatti, questa differenza è il punto strategico della questione. L’orientamento formativo non è più la vecchia maniera di orientare, ossia abbinare la persona a quel lavoro lì. Ma, è  proprio un percorso, come dire, per imparare a decidere da soli. Sì proprio così. Imparare a decidere, per il proprio futuro, la scuola, il lavoro, ma anche per la vita personale. In tal caso l’attenzione si sposta sulla persona, su tutta la sua complessità in questa società, molto complicata. 

Ma vediamo come si articola. Si  passa da un’idea  quasi meccanica a una di sviluppo di capacità. Quindi non si sceglie solamente cosa fare dopo, ma bisogna imparare a scegliere, in modo consapevole. Ovviamente quanto vado affermando deve essere collegato alle leggi e alle norme italiane in tema di orientamento. Alla fine degli anni ’70 ci fu una legge quadro importante, la 845 del 1978, che provò a radicare di più l’orientamento. Questo venne consegnato alle regioni nella speranza di veicolarlo nelle scuole. Fu un tentativo di coordinamento già a quei tempi, ma non sono sicuro quanto questo abbia centrato l’obiettivo, anche se, e questo va detto, sin da allora  si cercò di avvicinare i diversi enti interessati al territorio, mostrandone così la sua importanza. In seguito, a livello legislativo e normativo, una serie di circolari ministeriali successive alla 488 del 1997 incoraggiarono l’orientamento allo scopo di legare meglio scuola e università, e quindi rendere il passaggio meno brusco, con l’obiettivo di conseguire a livello territoriale un sistema più fluido e integrato. Un sistema quindi più vicino alle persone, ai territori, ai diversi momenti di passaggio. 

Praticamente, invece, a scuola, tutti giorni, nelle scuole del territorio distrettuale possiamo dire come ci organizzammo per renderlo davvero un processo continuo. Assolutamente non erano sufficienti i pochi incontri annuali. Infatti leggere le fonti contenute nel libro, ci si rende conto che portano in tutt’altra direzione, in quanto abbiamo sempre sostenuto che l’orientamento correttamente inteso doveva stare dentro la didattica. Sì proprio nel curriculum. I nuovi docenti, ai quali questo contributo è riferito potrebbero chiedere e come? Molte, al riguardo potrebbero essere le risposte. In quegli anni si parlava molto spesso di didattica orientativa. Significava che la riflessione sul futuro personale, sulla scoperta di sé, veniva programmata nel curriculum attraverso un orientamento presente in modo sistematico e continuo nelle materie normali, poiché ritenevamo che non poteva essere una cosa a parte. Infatti, chi fa orientamento deve avere un approccio non solo informativo, ma anche psicologico e relazionale. 

Su queste basi vennero impostate le diverse azioni pratiche da portare avanti durante tutto l’anno scolastico. I documenti contenuti nel testo oltre a dare qualche spunto concreto, sono anche una valida testimonianza di quanto fatto e di come si operava. Non è il caso di fare un elenco infinito di cose, ma, raggrupparle un po’, questo sì. Il pensiero corre veloce al “Diario personale di orientamento” come strumento di riferimento essenziale, nel quale erano racchiuse delle schede a moduli che contenevano tutta la parte del conoscersi, gli interessi, le attitudini, i valori. Uno strumento che portava ad una sorta di autovalutazione guidata. Altre schede sollecitavano la conoscenza esterna, come le scuole, le Università e il lavoro vero. Venivano programmati, come previsti incontri con chi già lavorava, si analizzavano le diverse professioni, si consultavano gli annunci di lavoro. Insomma, tutto per comprendere cosa cercava il mercato, provando altresì, a sviluppare le competenze trasversali quelle che potevano servire ovunque per pianificare, per risolvere i problemi, per dialogare con gli altri. In ultimo ci si concentrava ad esaminare le esperienze pratiche, tipo stage, tirocini. 

Tutto questo è stato possibile puntando sulla formazione degli insegnanti che il Distretto Scolastico insieme al Centro di Orientamento di Cosenza cercò di formare come punto di riferimento e di coordinamento nelle singole scuole. Perché se i docenti non sono preparati e formati per fare quanto avanzato diventa complicato. Quello che noi abbiamo consegnato era un pacchetto completo, che servì a preparare non solo verso una scelta ma, anche ad affrontare un mondo diverso contaminato dalle sfide di oggi, quali il lavoro che cambia continuamente e che ci fa comprendere, molto chiaramente, come forte e presente risulta il concetto di nuova flessibilità. In fondo lo tocchiamo con mano, il mondo del lavoro oggi chiede di adattarti sempre, di imparare sempre cose nuove, e soprattutto pretende di saper gestire il cambiamento. Quindi l’orientamento deve predisporsi anche a questo. Cioè a una realtà che è più dinamica e nello stesso tempo complessa. Oggi, per muoversi in questo scenario così composito, non è più possibile asserire fai quel mestiere lì o quella professione. È necessario, invece, offrire strumenti mentali, aprirsi al nuovo, aggiornarsi continuamente, possedere capacità digitali, relazionali. 
     
Se mettiamo insieme i diversi passaggi citati si comprende come, l’orientamento che abbiamo cercato di dare ai nostri ragazzi, negli anni ’80-’90, nelle scuole del territorio distrettuale è stato ben altra cosa dall’aiutare a scegliere la scuola o l’Università. È stata una palestra di attività, un continuo allenarsi per la vita adulta in un mondo che non sta mai fermo. In conclusione, il consiglio da dare ai colleghi di oggi è quello di accompagnare i ragazzi verso l’obiettivo del conseguimento dell’autonomia e dell’autodeterminazione. E questo si può fare solo offrendo loro gli strumenti perché ciascuno diventi soggetto, protagonista della sua storia, capace di leggere la complessità e gestirla invece di subirla  passivamente.

Franco Emilio Carlino
Autore: Franco Emilio Carlino

Nasce nel 1950 a Mandatoriccio. Storico e documentarista è componente dell’Università Popolare di Rossano, socio della Deputazione di Storia Patria per la Calabria e socio corrispondente Accademia Cosentina. Numerosi i saggi dedicati a Mandatoriccio e a Rossano. Docente di Ed. Tecnica nella Scuola Media si impegna negli OO. CC. della Scuola ricoprendo la carica di Presidente del Distretto Scolastico n° 26 di Rossano e di componente nella Giunta Esecutiva. del Cons. Scol. Provinciale di Cosenza. Iscritto all’UCIIM svolge la funzione di Presidente della Sez. di Mirto-Rossano e di Presidente Provinciale di Cosenza, fondando le Sezioni di: Cassano, S.Marco Argentano e Lungro. Collabora con numerose testate, locali e nazionali occupandosi di temi legati alla scuola. Oggi in quiescenza coltiva la passione della ricerca storica e genealogica e si dedica allo studio delle tradizioni facendo ricorso anche alla terminologia dialettale, ulteriore fonte per la ricerca demologica e linguistica