Al Museo Archeologico Nazionale della Sibaritide scatta la "Operazione Erodoto"
Domenica 7 sarà inaugurata una nuova sezione del Museo definita "Archeologia salvata", dedicata ai reperti antichi, ai pezzi di storia trafugati da mani senza scrupoli per poi finire chissà dove, sul mercato nero
SIBARI - Al Museo Archeologico Nazionale della Sibaritide, domenica 7 aprile, dalle ore 16:30, sarà inaugurata una nuova sezione del Museo dedicata ai reperti trafugati, sequestrati e restituiti alla collettività, recuperati nel corso degli anni (principalmente tra il 2011 e il 2019) con complesse operazioni di indagine del Comando Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Cosenza sul territorio regionale o nazionale, e che, al termine di una serie di procedimenti giudiziari ed amministrativi, sono stati riconsegnati allo Stato, rappresentato in questo caso dal Ministero della Cultura.
I reperti vengono rinvenuti nell'ambito di inchieste nel corso delle quali il TPC, spesso in collaborazione con le forze militari e di polizia, rileva reati nella compravendita illegale di materiale archeologico, ricettazione e riciclaggio.
«Le collezioni "salvate" – racconta il direttore del Parco archeologico di Sibari Filippo Demma – sono composte da vasi di varie epoche, provenienti da tutto il bacino del Mediterraneo, ma anche da gioielli, ornamenti antichi in metallo, reperti di vario tipo provenienti dal mercato clandestino spesso alimentato da attività di scavo non autorizzate. Una parte dei sequestri consiste in un grande numero di monete, dal periodo greco al tardo Medioevo, recuperate dai "collezionisti" anche tramite il commercio online. In questa sezione i reperti più interessanti saranno presentati secondo una rotazione periodica, per poterne ammirare maggior numero possibile nel corso del tempo ed avere un motivo in più per tornare spesso al Museo, che è il luogo in cui questo Patrimonio torna ad essere quel che deve: proprietà di tutti».