Co-Ro e il suo Hinterland, viaggio tra Storia, Memoria e Mondo Arbëreshë: la nuova opera di Carlino
Lo storico mandatoriccese torna in libreria con un nuovo volume di circa quattrocento pagine dedicato alla terza Città della Calabria e corredato da un corposo impianto iconografico
CORIGLIANO-ROSSANO - Dopo alcune interessanti ricerche confluite in altrettante opere genealogiche sui Toscano, patrizi rossanesi, e i Mandatoriccio duchi di Crosia, lo studioso mandatoriccese-rossanese, storico e documentarista Franco Emilio Carlino, socio corrispondente dell’Accademia Cosentina, socio della Deputazione di Storia Patria per la Calabria e componente dell’Università Popolare di Rossano, torna in libreria con un nuovo volume di circa quattrocento pagine dal titolo: “Corigliano – Rossano e il suo Hinterland – Viaggio tra Storia, Memoria e Mondo Arbëreshë”, edito dalla Casa Editrice Luigi Pellegrini Editore, dedicato alla nuova città unica di Corigliano-Rossano, corredato da un corposo impianto iconografico e arricchito da un interessante Indice ragionato onomastico, toponomastico, monumentale, artistico, architettonico e archeologico.
Scorrendo la Prefazione al volume, dello storico e studioso Pierpaolo Cetera, in alcuni passaggi si legge: “Per poter compiere un qualsiasi viaggio è indispensabile munirsi di una mappa, di una carta d’orientamento, di una “bussola”, per avere così riferimenti tangibili, conoscenze necessarie e percorsi direzionali con cui affrontare l’impresa. Il Poeta così scriveva: «T’invito al viaggio in quel paese che ti somiglia tanto...» (una lirica di Charles Baudelaire trascritta da Manlio Sgalambro). Ecco così comporsi un’idea di viaggio in cui sentimento terragno e ragione errabonda si fondono, in cui ogni lembo calpestato, ogni paesaggio montano, ogni dimora nobile o di fango e paglia, ogni orizzonte stagliato nel mare, si presta a costituirsi come esperienza, come sensazione, come misurato equilibrio di memoria vissuta e percezione del futuro. La memoria, certo, quella storica o genericamente “culturale”, materiale o immateriale, che ci rammenta “da dove veniamo”, e il futuro presagito, anelito a un’altra domanda necessaria (“dove andiamo”?). Una memoria da coltivare, da preservare, nella sua valenza di lascito o dono dei nostri progenitori, ma spesso maltrattata, depauperata o rimossa; un futuro che si presenta gravido di conseguenze, di cui ancora non abbiamo che percezioni sbiadite o obiettivi sfuocati. Corigliano-Rossano, come “unica e grande realtà della Provincia...” (come scrive l’autore Franco Emilio Carlino), si presta ad essere quest’orizzonte comune: luogo di memorie del passato e aperture inaspettate a un futuro potenzialmente ricco dal punto di vista antropico. La difficile dialettica tra passato e futuro, che si consuma giorno per giorno, ne consegue inevitabilmente: la memoria – o, meglio una incerta memoria – spesso divide e arrocca su posizioni “campanilistiche” esacerbate da rancori persistenti, preconcetti ideologici e spinte egoistiche; il pensiero del futuro è paralizzante, claudicante, inoperoso se non indirizzato su progetti di lungo termine e vasto respiro.
Questo nuovo invito al viaggio di Franco Emilio Carlino completa così un lavoro di mappatura del territorio iniziato nel 2018 con il saggio “Itinerari...”: con una passione che ne contraddistingue la consolidata esperienza di ricerca e documentazione (con in attivo un congruo numero di volumi e saggi specifici) l’autore allarga l’orizzonte geo-storico includendo paesi della Calabria ionica e silana e dell’Arberia, giungendo fino a Tarsia e ai piedi del massiccio del Pollino. Credo che leggendo i singoli capitoli assistiamo non soltanto a un allargamento spaziale-geografico, ma – per spunti e riflessioni indotti – si ha anche la sensazione di aver avuto delle sollecitazioni profonde dal punto di vista storico-sociale. I 24 luoghi esplorati sono descritti seguendo una collaudata gerarchia discorsiva”.
In Corigliano Rossano e il suo hinterland (Viaggio tra Storia, Memoria e Mondo Arbëreshë) la lettura si snoda su una carrellata di notizie provenienti da diverse fonti di carattere umanistico-erudite, storiografiche, ricognizioni economiche e appurate tradizioni demo-etno-antropologiche. L’espressione hinterland usata dall’autore (e presa in prestito dalla sociologia urbana) va vista non come traduzione meramente letteraria o riduttiva di “retroterra” o “periferia” ma come realtà mutagena, come reciproca connessione e connubio tra un nucleo (l’area urbana “bicentrica” di Co-Ro) e le moltitudini di borghi e operose ruralità. Legati nella koinè così come kultur (intesa nell’accezione di spiritualità e comune destino) l’intera area si mostra come fissato su un unico prospetto sociale economico e demografico, a cui va associata una progettualità di natura più elevata. Il comune retaggio, le aspirazioni di sviluppo e la crescita sociale e culturale è ben visibile tra le righe del saggio di Carlino e la fisionomia della “città unica della sibaritide” riaffiora come una polla da cui abbeverarsi. Un processo del genere, che si completa in una nuova identità sibarita, evoca così una completezza del nostro essere calabresi, italiani ed europei. Ecco perché i paesi ci somigliano tanto e il saggio ne dà forma e contenuto”.
Il volume come sempre, non appena se ne creeranno le condizioni, troverà il giusto spazio per una sua presentazione pubblica alla quale sin da ora tutti sono invitati.