A Corigliano-Rossano si terrà la presentazione del libro “Alla ricerca del cibo perduto”
Il "Manuale di sovranità alimentare per la Calabria del Terzo Millennio" sarà al centro dell’incontro che si terrà sabato 18 febbraio, alle ore 16.30, all'Auditorium Alessandro Amarelli
CORIGLIANO-ROSSANO – «La Calabria è mille Calabrie anche nell'alimentazione, caratterizzata com'è da una cucina tipica molto ampia e variamente diversificata, valore aggiunto per questa terra che, oltre alle bellezze ambientali e storiche, offre un patrimonio gastronomico davvero di valore inestimabile. La Calabria, area centrale ed emblematica del Mediterraneo, con le sue diversità geografiche, climatiche, produttive, linguistiche, culturali, con la sua straordinaria ricchezza gastronomica è una specie di tavola imbandita a macchia di leopardo, che va raccontata sia nella sua interezza, sia nei diversi e molteplici elementi che la compongono. Storia di cibi, che non può prescindere dalla storia di uomini e di luoghi. Questo lavoro di ricerca ricostruisce un lungo ed articolato patrimonio di piatti tipici della cucina calabrese aventi un valore storico e stratificato nel variegato tessuto sociale locale. La cucina tipica di un luogo, infatti, si ricollega alle sue tradizioni più ataviche ed è sintesi tra storia e cultura».
È con queste parole che lo storico Vincenzo Villella descrive, nella sua prefazione, il libro Alla ricerca del cibo perduto – Manuale di sovranità alimentare per la Calabria del Terzo Millennio, degli autori Manuelita Iacopetta e Pietro Ardito, la cui nuova edizione 2023 sarà presentata ufficialmente sabato 18 febbraio, alle ore 16.30, all'Auditorium Alessandro Amarelli, in contrada Amarelli, a Corigliano-Rossano.
Promosso dall'associazione europea Otto Torri sullo Jonio insieme agli autori ed al Museo della Liquirizia Amarelli l'evento è patrocinato dalla Regione Calabria.
Coordinati dalla giornalista Rosaria Talarico, insieme ai due autori, interverranno l'Amministratore Delegato Fortunato Amarelli, Sonia Ferrari, professore associato di Marketing del Turismo e di Marketing Territoriale dell'Università della Calabria, il dirigente IIS E. Majorana Corigliano-Rossano Saverio Madera, Nella Fragale di Graficheditore, il Presidente del Consorzio di Tutela Patata della Sila IGP Pietro Tarasi, Roberto Bonofiglio di Mi'Ndujo, Lenin Montesanto, Program Manager della Cabina Regia sui Marcatori Identitari Distintivi della Regione Calabria ed Antonello Rispoli dell'Ente Nazionale Microcredito.
L'incontro sarà impreziosito dalle degustazioni emozionali di alcuni degli oltre 300 tra cibi identitari e piatti perduti calabresi censiti nell'importante ricerca di Ardito e Iacopetta, curata dagli studenti dell'alberghiero (Ipseoa) e dell'agrario (Ita) dell'Istituto d'Istruzione Superiore (IIS) Majorana di Corigliano-Rossano.
«Le pagine di questo progetto editoriale – scrive Fortunato Amarelli – profumano di quell'identità di cui ogni calabrese dovrebbe fare tesoro. Raccontano storie straordinarie, scovate negli album dei ricordi e della memoria di donne e uomini, artigiani della terra, che hanno contribuito a scrivere le pagine del nostro patrimonio culturale. Per un'esperienza imprenditoriale e familiare come la nostra, saldamente ancorata alla terra ed al territorio, da sempre improntata ad una cultura del fare che affonda le sue radici in secoli di storia, tramandando da undici generazioni la ricetta della liquirizia, tra i simboli e le icone di quel Made in Italy, il lavoro di Pietro Ardito e Manuelita Iacopetta è da apprezzare perché rappresenta un punto di riferimento importante. È una testimonianza di come la nostra terra sia ricca di esperienze, di prime volte, di primati, che continuano ad emozionare ed a rappresentare la vera grande bellezza italiana in tutto il mondo. Nel nostro caso, la riconoscibilità ed il successo della liquirizia nel mondo è proprio la sua origine calabrese».
«Come Otto Torri – sottolinea il direttore Lenin Montesanto – siamo grati per questo contributo di ricerca preziosissimo e militante messo a disposizione di quanti, restando in quel che resta, stanno investendo, proprio come fanno loro, competenze, energie e ottimismo nella direzione e nell'esperienza di un recupero innamorato, intelligente e protagonista dello storico patrimonio enogastronomico ed agroalimentare calabrese; uno scrigno inesauribile di diffusa memoria collettiva che, sottratto all'oblio, diventa oggi su scala globale l'unità di misura competitiva della qualità della vita e la chiave di lettura più convincente di una diversa visione glocale dello sviluppo individuale e sociale».