Corigliano e i suoi figli più illustri: in ricordo di padre Rocco Benvenuto
Il sacerdote e religioso dell'Ordine dei Minimi è scomparso quattro anni fa
CORIGLIANO-ROSSANO - Corigliano e i suoi figli più illustri. In questo nostro “viaggio” giornalistico intrapreso da qualche tempo, oggi vogliamo ricordare la figura di padre Rocco Benvenuto, sacerdote e religioso dell’Ordine dei Minimi di San Francesco di Paola, scomparso la sera del 28 novembre 2018 a Pizzo Calabro, a causa di un infarto.
P. Rocco Benvenuto era nato a Corigliano Calabro il 4 agosto 1960. Venne accettato nel Convento di Paola il 9 settembre 1974. Ha conseguito il noviziato nel Convento di Paola, dal 23 settembre 1979. emettendo i voti temporanei il 29 settembre 1980. Successivamente ha emesso i voti solenni ii 21 settembre 1985 e ordinato Diacono il 21 settembre 1986. L’ordinazione sacerdotale l’ha ricevuta il 4 ottobre 1987. Dal 1987 al 2001, nel Convento di Paola, ha ricoperto gli incarichi di: bibliotecario, organista, cappellano delle Suore minime. Preside del Liceo della Scuola apostolica, vice parroco della Parrocchia di S. Nicola Saggio, in Longobardi marina. Dal 2001 al 2007 l’obbedienza lo chiamò ad essere Correttore e Parroco della Comunità – Parrocchia in Cosenza. Dal 2007, al 2013 venne eletto Correttore Provinciale, alla guida della Provincia religiosa di S. Francesco di Paola. Terminato il secondo triennio, nel 2013, i superiori lo hanno mandato nella Comunità di Pizzo Calabro, dove fino al 28 novembre 2018 (data della sua morte) ha rivestito il ruolo di vice parroco. Padre Rocco ha sin da piccolo respirato la spiritualità di s. Francesco di Paola attraverso la frequentazione del convento dei Minimi nella sua Corigliano. Quando si occupò della Biblioteca Charitas, di cui ha ricoperto l’incarico di Direttore fino al 2013, dimostrò grandi capacità organizzative e culturali agevolando l’esercizio della ricerca storica che lui stesso ebbe a definire, in più circostanze, una personale forma di riconoscenza nei riguardi del Padre Fondatore, del quale era desideroso di conoscere la vita in maniera sempre più approfondita per eliminare quelle inesattezze che spesso vengono inconsapevolmente tramandate. Si è dedicato, inoltre, all’insegnamento presso la Scuola Apostolica del santuario di Paola -di cui ha anche ricoperto l’incarico di Direttore- e alla rivista “La voce del Santuario”, da lui ritenuta uno strumento prezioso per raggiungere i devoti del Santo rendendoli costantemente partecipi della vita della casa madre dell’ordine. La sua permanenza a Cosenza dal 2001 convinse l’allora arcivescovo, mons. Agostino, ad affidargli la direzione del nascente Istituto Teologico Cosentino. Prezioso è stato il suo apporto, sia per l’ampia preparazione culturale sia per le capacità organizzative che gli hanno permesso di porre le basi per il riconoscimento giuridico dell’istituzione accademica, oggi affiliata alla Pontificia Facoltà dell’Italia Meridionale (Napoli). Mettendo in campo progetti lungimiranti al fine di fornire un’adeguata formazione intellettuale ai seminaristi della diocesi, inserì nel collegio docenti dell’Istituto numerosi professori dell’Università della Calabria, creando in germe la collaborazione proficua di cui oggi gode il polo di formazione ecclesiastica. Tanti gli eventi di cui ha curato l’organizzazione durante il suo provincialato; tra i molti si ricordano il V centenario della morte di s. Francesco di Paola (2007), il 45° Convegno Nazionale dei Rettori e Operatori dei Santuari Italiani tenuto per la prima volta presso il Santuario paolano (2010), la prima Borsa del Turismo Religioso e delle Aree Protette ospitata in Calabria (2012). Nel 2003 il compianto architetto, Mario Candido, amante della storia di Corigliano, chiese a padre Rocco di scrivere un testo da inserire nel libro dal titolo “Beni Ambientali Architettonici e Culturali di un centro minore del Sud: Corigliano Calabro”, ed il sacerdote consegnò a Candido un autentico “affresco scritto” sulla vita di San Francesco di Paola e del suo rapporto con Corigliano. Uno scritto dove emerge in maniera chiara l’autentico affetto filiale che legava padre Rocco a San Francesco ed a Corigliano. Vale la pena riproporre qui alcuni passaggi di quel suo intervento. “Quando ci si accosta alla storia delle comunità civili non è infrequente il caso di imbattersi in qualcosa, che è diventato un po' il punto di riferimento, direi quasi di identificazione della gente. Sarà un monumento, una consuetudine, un avvenimento che si ricorda attraverso riti e usanze folkloristici. Per Corigliano questo lo si può a ragione affermare del Santuario di San Francesco di Paola. Accanto al Castello esso è certamente il simbolo per questa città, qualcosa che unifica spiritualmente tutti i suoi abitanti. Il Santuario di San Francesco non è solo un monumento storico, passato nella cultura di una comunità, esso è fede viva, che sorregge ancora un popolo, che ha la capacità di aggregarlo e farlo sentire unito. Nessun’altra realtà umana, sociale, politica ha questa forza e questo potere. Chiunque si reca il 25 aprile a Corigliano, in occasione della festa solenne in onore di San Francesco, può constatare tutto questo. Li si celebra l’unità di una città, che lo sviluppo economico-sociale e l’incremento demografico ha ormai diviso in zone, che in realtà, anche se accomunate dall’unico amministrazione, sono ormai realtà “culturalmente” a se stanti con problemi e modi di pensare completamente diversi”.