Il Parco Archeologico di Sibari accoglie la mostra "Naturalia et Mirabilia" dell'artista Anna Corcione
La mostra, in allestimento per un anno, verrà inaugurata il 16 dicembre e potrà essere visitata da martedì a domenica, dalle ore 9:00 alle 19:30
CASSANO JONIO - Naturalia et Mirabilia è la serie inedita che Anna Corcione ha realizzato per il Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide: tele arricchite da frammenti organici raccolti nei siti archeologici del parco. Un omaggio al territorio esplorato ed interiorizzato dall'artista nel corso degli anni. Una riflessione sull'unione tra essere umano e natura con la proposta di una lettura del tempo attraverso la vegetazione.
Interazione e temporaneità continuano ad ispirare il Parco Archeologico di Sibari nelle relazioni che, attraverso la sua proposta culturale, vuole tessere fra le dimensioni temporali, i luoghi ed il territorio, nella comunità.
Afferma Filippo Demma, direttore del Parco e direttore ad interim della Direzione Regionale Musei Calabria: «Accogliere la mostra temporanea Naturalia et Mirabilia di Anna Corcione nel Museo Nazionale Archeologico di Sibari vuole dire ospitare un lavoro site specific con protagonista la natura, veri e propri frammenti del paesaggio della Sibaritide, per come esso ha ispirato l'artista. Nulla è lasciato al caso nelle opere che si succedono nelle sale del Museo: ciascuna si lega al contesto archeologico in cui si cala, esaltandone le peculiarità in un dialogo costante tra passato e presente, orizzonte antico e contemporaneo. Naturalia et Mirabilia è binomio inscindibile tra natura e cultura, è osservare l'antico attraverso occhi inconsueti, usando strumenti inusuali, è avvicinarsi al rapporto strettissimo che - da sempre - ha legato l'essere umano e le sue scelte all'ambiente che lo ha accolto e nel quale ha scelto di vivere, attraverso una trasfigurazione artistica delle sue specie botaniche caratteristiche».
«Le opere che costituiscono Naturalia et Mirabilia aprono con l'allestimento temporaneo del Museo forme nuove di dialogo – prosegue Demma -, il cui linguaggio passa attraverso precise scelte artistiche. Il racconto della vegetazione si intreccia strettamente con l'interazione fra archeologia e territorio, musei e comunità, paesaggi, natura e vegetazione. Tale legame diventa ancora più pregnante alla luce del rapporto che lega i macroresti - qui esposti per la prima volta al pubblico - rinvenuti nel santuario delle divinità orientali della romana Copiae - ad aspetti che investono la vegetazione antica, la ritualità, nonché peculiarità cultuali specifiche delle divinità».
Il Parco Archeologico di Sibari, con questa nuova esposizione temporanea, continua ad attualizzare il proprio capitale di testimonianze e conoscenze proponendo esperienze di visita nuove e coinvolgenti, pensate per stimolare la comprensione del patrimonio, la curiosità culturale, l'attenzione ai processi storici, l'amore per la conoscenza.