3 ore fa:Ovazione a Venezia per "Ammazzare stanca": 15 minuti di applausi per il film in cui recita Giovanni Galati
6 ore fa:Si è spento Michelino Braiotta: medico sempre in prima linea
4 ore fa:Ospedale della Sibaritide, risolto il nodo dei sottoservizi: via libera alla soluzione definitiva
3 ore fa:Il Corigliano vince contro il Rocca in Coppa Italia e si proietta verso il derby di domenica
5 ore fa:Emergenza cinghiali, incontro di Federcaccia Cosenza sulle modifiche alla caccia
7 ore fa:Fondi sociali, ecco quanto riceveranno i piccoli Comuni della Provincia
6 ore fa:Sasà Calabrese parteciperà alla semifinale nazionale del Premio Fabrizio De Andrè
4 ore fa:Gal Pollino chiude il ciclo di programmazioni con 50 progetti finanziati
5 ore fa:Calabria, approvato il primo regolamento unico per le Polizie Locali
7 ore fa:Incendio in un magazzino a Co-Ro, vigili del fuoco rimuovono due bombole di Gpl evitando il peggio

Il vero sapore della tradizione, a Vaccarizzo ritorna il concorso dei vini arbëreshë

2 minuti di lettura

VACCARIZZO ALBANESE - A pochi kilometri dalle città che si affacciano sullo Jonio c’è un piccolo eden ecologico fatto di colline olivetate e vigneti antichi ad alberello ma anche impianti moderni a Guyot. Ci troviamo a Vaccarizzo Albanese, paese modellato dalla popolazione arbëreshe arrivata in questo lembo di Calabria dopo l’invasione turca dell’Albania. Qui si producono da secoli i vini arbëreshë, vini contadini nel senso più pieno ed autentico del termine. Uniscono a una verace rusticità dei tratti una forza espressiva semplice e profonda. I rossi, di una grana tannica saporita e tenace, sono di forte carattere come la gente che li produce.

A Vaccarizzo Albanese il 25 giugno prossimo è in programma il concorso dei Vini arbëreshë, manifestazione organizzata dal Comune che si avvale dalla collaborazione di un gruppo di sommelier di riconosciuta autorevolezza guidati da Gennaro Convertini, presidente dell’Enoteca Regionale.

In questo periodo, i produttori dei paesi arbëreshë che intendendo preservare l’individualità del vino dall’omologazione che chimica, tecnologia e industrializzazione hanno portato nel mondo agricolo e vitivinicolo, consegnano i loro campioni per il concorso. Uno degli scopi del concorso Vini arbëreshë è unire le forze di questi vignaioli dando a ognuno maggior consapevolezza e visibilità col condividere le proprie esperienze e i propri risultati raggiunti. In questi giorni di raccolta dei prelievi sono tanti i paesi arbëreshë che sono invitati a partecipare, da Santa Sofia D’Epiro, San Demetrio Corone, San Giorgio Albanese, Spezzano Albanese, Lungro, Frascineto, Eianina fino a San Costantino Albanese in Basilicata.

Vorrei inserire qui una curiosità linguistica. Il colore blu in arbërishte si dice i kalthër, mentre in shqipe si dice i kaltër.

Uno degli studiosi che più stimo, Dan Alexe, mi ha illuminato per quanto riguarda il termine e la sua evoluzione semantica. Questo kaltër deriva dal latino "caltha", che a sua volta è mutuato dal greco: kalathos (κάλαθος). Nel lessico della botanica, il termine latino richiama la calendula, che però ci tiene lontani dal “blu” perché il fiore in questione è giallo.

Ma il latino caltha, come il greco kalathos, significava anche un'ampia coppa per bere il vino (come quella a sinistra nella foto). Nell'impero romano, queste coppe da vino erano molto spesso di un colore bluastro tradizione poi rimasta nelle cucine vintage dei nostri nonni. I bicchieri blu si usano ora nella degustazione ufficiale degli oli d’oliva mentre per i vini si è passati al calice trasparente che consente meglio la valutazione del colore che è invece irrilevante negli oli. Dunque presso popolazioni albanesi la storia del vino ha radici antiche con sorprendenti riflessi semantici. 

Venire a Vaccarizzo il 25 giugno è cosa bella per più motivi. Ottimi vini biologici da degustare, cibo e buona musica allieteranno la serata, sperando che un soffio di vento accarezzi le colline e colmi il cuore di vigore e di gioia. Si potrà inoltre visitare la bella chiesa parrocchiale con i suoi preziosi affreschi bizantini e il locale Museo del Costume tradizionale arbëresh. Il golfo che si apre alla vista del visitatore in certi punti panoramici - un lembo di mare blu, come un bellissimo occhio umano - chiude l’orizzonte e ci ricorda quella coppa  kalthër con la quale si brindava alla vita.

Elia Hagi
Autore: Elia Hagi

Studia a Roma filosofia e teologia e comunicazioni sociali e oggi svolge a Vaccarizzo Albanese il suo ministero sacerdotale. Diventato sommelier, segue con passione la rinascita del vino calabrese con un particolare interesse rivolto ai vini identitari Arbëreshë.